Nell’area metropolitana questo week end il caro carburante presso i distributori della cinta metropolitana di Palermo ha toccato vette mai toccate in precedenza. Benzina stabilmente sopra i 2€ al litro e Diesel poco sotto i 2€. Con il prezzo del petrolio a 110€ al barile, sono rincari ingiustificati. Se si pensa che nel 2008 il prezzo al barile arrivò a toccare i 150€. Se non fosse che c’è una terribile guerra in corso a spaventare i mercati. Condizione che determina, in nome delle fosche previsioni future, prezzi alti di numerose materie prime e prodotti energetici.
L’impatto del caro carburante penalizza, innanzitutto, chi vive lontano dai centri metropolitani. Sono cittadini costretti a percorrere ogni giorno decine, se non centinaia di km per andare a lavorare. Ancor più penalizzati coloro che vivono nelle periferie del meridione d’Italia. Se poi parliamo di Palermo, non esiste condizione peggiore. Infatti, mentre la scalata dei prezzi di Benzina, Diesel e Metano sembra non arrestarsi, l’Amat, l’azienda del trasporto pubblico cittadino, decide di fermare 90 mezzi. Mossa che impone a tutti coloro che non vivono nel centro cittadino di usare i propri mezzi, che ahi noi non camminano ad aria.
Caro Carburante in provincia
Ma va anche peggio a chi deve raggiungere il posto di lavoro da uno dei comuni dell’area metropolitana. Infatti, chi vive fuori dalla Città non ha alcuna alternativa al proprio mezzo per raggiungere in tempi normali il posto di lavoro. I lavori infiniti di Rfi per completare i collegamenti ad Est ed Ovest della città restano assolutamente incompleti, ormai da decenni. La metropolitana i cui lavori dovevano essere completati nel 2017, ancora non ha visto la luce e le linee di tram, a parte la 1, che collega la periferia a Sud Est della città alla stazione centrale, non sono mai state utili più di tanto.
Quello sulla mobilità pubblica è il più grande fallimento politico e progettuale della giunta Orlando, la testimonianza che la visione e gli interessi non sono mai andati oltre l’asse servito dall’autobus 101.
Così a pagare il caro carburante a prezzo più altro sono tutti coloro che già vivevamo la difficoltà dell’essere periferici. Esisterebbe anche la soluzione a medio termine, che però pare non essere vista da chi ci governa. Sono i fondi del PNRR, che tra 4 anni cominceremo a pagare noi cittadini, che potrebbero essere investiti sulle fonti energetiche rinnovabili e su una mobilità indipendente dai combustibili fossili. Una chimera che migliorerebbe la vita di più di metà della forza lavoro italiana che risiede lontano dai centri metropolitani.
Simone Di Trapani – Palermo Post