Dalla conferenza di fine anno del Dipartimento della Pubblica sicurezza emerge che nel 2021 sono 116 i femminicidi, di cui 100 in ambito familiare o affettivo. Nello specifico, di queste, 68 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Il dato costituisce un’anomalia soprattutto a fronte del tasso di decrescita del numero di omicidi nel nostro paese. Segno, questo, che il sistema non è ancora in grado di prevenire e assicurare effettiva protezione alle donne. Basti pensare che solo 12-15% degli episodi di violenza viene denunciato.
Nonostante siano stati fatti dei progressi nel corso degli ultimi anni in materia di sensibilizzazione dell’opinione pubblica ed elaborazione della legge sul femminicidio del 2013, della convenzione di Istanbul e del Codice Rosso, sembra fin troppo evidente che restano ancora oggi delle lacune nella protezione delle vittime soprattutto nella fase che segue la presentazione della denuncia.
Non a caso lo scorso 3 dicembre un testo di 11 articoli è stato messo a punto dalle ministre Elena Bonetti, Luciana Lamorgese, Marta Cartabia , Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Fabiana Dadone ed Erika Stefani e illustrato davanti al premier, Mario Draghi.
L’ obiettivo della normativa è proprio quello di rafforzare la prevenzione dei delitti e la protezione delle vittime sin dal primo momento della denuncia.
“C’è una strategia contro la violenza maschile sulle donne. Il Cdm ha approvato un disegno di legge che passerà all’esame che introduce norme per la tutela delle donne vittime di violenza, per la loro protezione e sicurezza. Per loro e per i loro figli. C’è un intervento importante anche per gli orfani di femminicidio. Nessun alibi, non si può tollerare questo fenomeno aberrante”, spiega la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti.
“Il provvedimento che oggi il governo presenta – ha continuato la ministra degli Affari regionali Maria Stella Gelmini – va nella direzione di rafforzare e di estendere le misure cautelari e alcuni strumenti. È necessario far emergere molti casi di violenza che oggi ancora non vengono denunciati. […] È importante non lasciare sole le donne vittime di violenza e intervenire con grande celerità per evitare che nelle maglie procedurali possano nel frattempo correre dei rischi”.
Il testo introduce importanti cambiamenti in ambito di Codice penale e prevenzione. Tra questi troviamo l’utilizzo di un braccialetto elettronico per il controllo dell’indagato, l’ arresto obbligatorio in caso di violazione del divieto di avvicinamento cui deve seguire una misura cautelare coercitiva e, ancora, la possibilità di procedere di ufficio in caso di atteggiamenti violenti.
sarà possibile, inoltre, organizzare la cosiddetta vigilanza dinamica davanti alle abitazioni delle donne in pericolo, con le forze dell’ordine che le monitoreranno quando c’è pericolo di reiterazione della condotta violenta.
È poi prevista la provvisionale per sostenere anche economicamente le donne maltrattate e gli orfani dei femminicidi: come per le estorsioni, si potrà ricevere un terzo dell’indennizzo totale già nella fase delle indagini. “Tante volte le donne non denunciano perché si trovano in una condizione economica difficile”, ha osservato Lamorgese.
Il testo ora dovrà passare in Parlamento, ma la direzione è quella giusta: “non limitare la libertà delle vittime per proteggerle, ma quella degli uomini violenti, attraverso il rafforzamento delle misure cautelari e degli strumenti di controllo”.
All’ alba del nuovo anno è doveroso augurare e garantire concretamente tutela e assistenza – in altre parole un futuro migliore– a tutte le donne vittime di violenza con la speranza, quindi, che il 2022 possa essere davvero l’anno del cambiamento.
Alessandra Caccavo – Palermo Post