Ventimiglia di Sicilia, in scena “A nuvena di Mastru Raffaieli”
Rivive, nel Palermitano, un evento culturale, legato alla tradizione, che andrà in scena nelle sere dal 16 al 24 dicembre e che si snoda per le vie del paese al calar del sole raccontando tra canti, musiche e suoni, quello che era il Natale di una volta: “A nuvena di Mastru Raffaieli”.
La novena, tramandata oralmente, racconta, in dialetto siciliano, le vicende legate alla nascita di Gesù e al “viaggio” che intrapresero Maria e Giuseppe da Nazareth a Betlemme. “Le origini del testo – spiega l’assessore alla cultura e al turismo Maddalena Abruscato – sono legate con molta probabilità alla novena ‘viaggiu dulurusu’ scritta nel ‘700 dal canonico monrealese Antonino Di Liberto, conosciuto con lo pseudonimo di Binirittu Annuleri.
La novena dell’Annuleri si diffuse in tutta la Sicilia ad opera dei frati predicatori che, predicando da un posto all’altro dell’Isola le novene dell’Immacolata e del Natale – aggiunge – trasmisero questo testo anche nei centri più piccoli come Ventimiglia”.
“Un ruolo di notevole importanza fu inoltre svolto dagli “orbi”, suonatori di violino che, cechi per nascita o per disgrazia, si guadagnavano da vivere suonando su commissione canti della tradizione popolare e religiosa, tra questi le novene. Alla fine di ogni esibizione chiedevano di ricevere in cambio un soldo o un buccellato”. Nei racconti degli anziani di Ventimiglia di Sicilia, è ancora viva la voce degli orbi che intonavano: “E lu Bambinu già è natu! datimi un carrinu (soldo) o un vucciddatu!”.
“A nuvena di Mastru Raffaieli”: antiche tradizioni
“Orbo fu anche il nostro “Mastru Raffaieli” che, nei primi del’900, suonando il violino e accompagnato dalla voce di una delle sue nipoti – continua Abruscato – regalava momenti di particolare emozione ai ventimigliesi del tempo. Quindi, fu grazie a quest’uomo dall’animo buono e geniale, autodidatta e profondamente religioso, che a Ventimiglia si diffuse l’uso di cantare la novena per le strade”.
Negli anni ’50, il nipote Michele Genovese, portò avanti l’opera di ‘Mastru Raffaieli’. Accompagnato non più dal suono del violino ma dal suono della fisarmonica della famiglia Morici. Dopo quegli anni, ll mutare dei tempi portò a fare scemare sempre di più questa bella tradizione fino a farla sparire.
“Da nove anni, grazie ai racconti degli anziani, memoria storica di ogni comunità, ma soprattutto grazie alla volontà di volere recuperare e tutelare l’identità storica, culturale e tradizionale di Ventimiglia – sottolinea il sindaco Antonio Rini – “A nuvena di Mastru Raffaieli” è tornata ad essere protagonista del periodo più bello dell’anno, le voci dei cantori e il suono dei musicanti, catapultano Ventimiglia in un tempo passato in cui ogni cosa aveva il sapore dell’ingenua semplicità”.