Quella sgominata con l’operazione “Nemesi” dai carabinieri e dalla Dda di PALERMO era “una delle più imponenti piazze di spaccio del Sud Italia, un vero e proprio super market della droga, con un giro d’affari stimato annuo di circa 1,5 milioni di euro l’anno”. A dirlo è il tenente-colonnello dell’Arma Angelo Pitocco, Comandante del gruppo carabinieri Palermo, in merito al blitz nel quartiere Sperone. “Un vero e proprio supermercato aperto h24, permanentemente presidiato, dove era possibile acquistare crack, cocaina, hashish e marijuana – spiega Pitocco -. Oltre 3.600 le cessioni di droga addebitate agli indagati, cui sono contestate anche le aggravanti di avere utilizzato minori nelle attività di spaccio, di avere spacciato a minorenni e in prossimità di una scuola”.
L’attività di spaccio avveniva prevalentemente in strada e per rifornire pusher e clienti Paolo Altieri, la moglie Paola Balistreri e il figlio della coppia Gianluca, finiti oggi in manette nell’ambito del maxi blitz antidroga dei carabinieri di Palermo, utilizzavano un paniere rosso. Dopo aver riposto le dosi lo calavano dalla finestra del loro appartamento al secondo piano dello stabile in Passaggio De Felice Giuffrida, base logistica e operativa del super market della droga.
“I minori apparivano frequentemente davanti l’obiettivo della microcamera anche i minorenni che vivevano in quell’abitazione – si legge nell’ordinanza del gip – assistevano agli episodi di taglio e confezionamento in dosi dei panetti di hashish e della cocaina, di assunzione finalizzata a testarne la qualità da parte degli acquirenti, di consegna del denaro da parte dei pusher a fine giornata, di trattative aventi ad oggetto la fornitura degli stupefacenti e i rapporti di debito/credito con i fornitori”.
L’organizzazione non usava nessun linguaggio in codice, bensì termini espliciti per indicare hashish, cocaina, marijuana e crack. É quanto emerge dall’ordinanza del gip di Palermo, Fabio Pilato. “Le conversazioni intercettate non sono connotate dal convenzionale linguaggio criptico utilizzato sovente nelle comunicazioni telefoniche tra sodali e tra spacciatori e acquirenti, ma anzi appaiono chiare ed immediatamente intellegibili – scrive il gip -. Ed invero gli indagati sporadicamente hanno utilizzato espressioni gergali e convenzionalmente stabilite per evitare termini particolarmente espliciti, soprattutto nel caso delle intercettazioni dei colloqui in carcere”.
Ma c’è di più. Neppure dopo aver scoperto i sistemi di intercettazione nascosti nelle loro abitazioni i capi dell’organizzazione hanno fermato il traffico di droga. “Gli indagati sono stati ripresi in primo piano, con massima nitidezza di immagini – si legge ancora nell’ordinanza -, nello svolgimento di tutte le fasi criminose, e in particolare nell’atto di confezionare i quantitativi di sostanza, di provarne la qualità, o di conteggiare le mazzette di danaro che i vari pusher periodicamente consegnavano ai promotori ottenendone in cambio la percentuale”. Il super market della droga aperto h24 non poteva essere fermato neanche se a rischio c’era l’arresto.
Il super market della droga
“I soggetti a capo dell’associazione – scrive il gip nell’ordinanza – hanno puntualmente commentato igli arresti, talvolta impartendo nuove direttive ai pusher affinché i traffici proseguissero, dimostrando particolare dimestichezza nel far fronte alle sopravvenute esigenze”.
Così dopo ogni blitz, come l’ultimo eseguito dalla Polizia di Stato, puntuale arrivava la riorganizzazione del super market della droga e “i pusher tratti in arresto venivano sostituiti da altri complici, così come i diversi tipi di sostanza stupefacente trovano altre collocazioni tra i veicoli posteggiati o nei punti ritenuti congeniali all’interno degli androni e dei corridoi degli edifici o, ancora, nelle aiuole”, si legge nell’ordinanza.
Una riorganizzazione che ha permesso all’attività di spaccio di proseguire ininterrottamente, “poiché il sodalizio si è sempre riorganizzato prontamente e, con sfacciata pervicacia, ha posto rimedio all’arresto di uno o più pusher reclutando nuove leve che, reiterando quella condotta criminale, hanno assicurato continuità ai lucrosi affari. Anzi sovente gli stessi indagati arrestati o denunciati hanno continuato a spacciare già a partire dal giorno successivo all’intervento della polizia giudiziaria”. L’attività di spaccio, inoltre, non veniva quasi mai svolta da un solo pusher, ma da due o più spacciatori che si suddividevano le sostanze stupefacenti (l’hashish l’uno e la cocaina l’altro), assicurandosi reciproca copertura nel caso di interventi delle forze dell’ordine.
Tutte le misure cautelari del giudice:
In Carcere Gianluca Alteri 26 anni, Paolo Alteri 53 anni, Andrea Argeri 30 anni, Paola Balistreri, 48 anni, Giuseppe Balistreri, 28 anni, Cristian Biscotto Volo, 29 anni, Mario Brancatello, 55 anni, Michele Bravo, 26 anni, Salvatore Calafiore, 59 anni, Alessandra Cannizzo, 28 anni, Christian Catanzaro, 23 anni, Giovanni Chifari, 30 anni, Davide Di Carlo, 24 anni, Giorgio Federico, 47 anni, Nicolò Giustiniani, 40 anni, Giorgio Leto, 27 anni, Giorgio Leto, 29 anni, Lorenzo Rotolo Lonardi, 34 anni, Riccardo Machì, 26 anni, Rosalia Mantegna, 56 anni, Maria Mangiapane, 32 anni, Marco Marcenò, 40 anni, Stefano Marino, 49 anni, Pietro Paolo Marino 24 anni, Gandolfo Emanuel Milazzo 28 anni, Antonino Nicosia, 26 anni, Francesco Paolo Nuccio, 38 anni, Fabrizio Nuccio, 30 anni, Giovanni Nuccio 33 anni, Alessio Sammartino, 23 anni, Claudio Savoca, 26 anni, Cinzia Selvaggio 47 anni, Alessio Serio, 29 anni, Andrea Serio, 22 anni, Roberto Serio, 47 anni, Umberto Felice Tumminia, 28 anni, Marcella Tuttoilmondo, 48 anni.
Ai domiciliari Cristian Balistreri 29 anni, Calogero Benigno 22 anni, Stefano Bologna 59 anni, Giacomo Catanzaro, 27 anni Raffaele Costa, 56 anni, Rosario Cozzo, 33 anni, Marco Cucina, 27 anni, Pietro Di Paola, 31 anni, Salvatore Di Pietra, 43 anni, Davide Dispensa, 39 anni, Roberta Emanuele, 23 anni, Benedetto Giuliano, 22 anni, Antonino Leto, 27 anni, Giuseppe Lo Coco, 36 anni, Gabriele Mistretta, 29 anni, Franco Pantaleo, 59 anni, Michele Pantaleo, 26 anni, Benedetto Scafidi, 43 anni, Rosario Vitrano, 46 anni, Stefano Costa, 26 anni.
Deve presentarsi alla Pg Angelo Mangano, 42 anni.
Redazione Palermo Post