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Palermo Post > Blog > Fatti e Territorio > Truffa POS: 14 avvisi notificati dalla Procura di Palermo
Fatti e Territorio

Truffa POS: 14 avvisi notificati dalla Procura di Palermo

Redazione
Ultimo Aggiornamento: 20 Ottobre 2021 11:51
Redazione - Redazione Palermo Post
Pubblicato 20 Ottobre 2021
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Truffa con i Pos. 14 gli avvisi notificati dalla Procura di Palermo

La Polizia di Stato, Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Sicilia Occidentale, nell’ambito di un’operazione denominata ”Easy Merchant for Money”, ha notificato 14 avvisi di conclusione indagini della Procura di Palermo, nei confronti di altrettanti cittadini palermitani. Gli indagati per potere ottenere i lettori di carte avrebbero creato, secondo l’accusa, false società di autonoleggio e B&B al fine di entrare in possesso di Pos abilitati ad operare sui più importanti circuiti di pagamento per effettuare transazioni fittizie con codici rubati di carte di credito, per lo più estere.

Una truffa che ha portato a profitti illeciti per 140mila euro. “Gli indagati avevano conoscenze specifiche sulle cautele adottate dagli acquirer, le società che davano in gestione pos, tanto da riuscire ad aggirarne le misure di prevenzione e le restrizioni più severe”, spiegano dalla questura di Palermo. Secondo le ricostruzioni investigative, i codici delle carte di credito venivano reperiti sul dark web e in alcuni casi venivano stampati in supporti fisici che diventavano un clone della carta originaria. I pos venivano ottenuti grazie a contratti di affiliazione tra gli acquirer e le false società di autonoleggio e B&B costituite solo per questo scopo: nella maggior parte dei casi permettevano l’inserimento manuale dei codici, con la digitazione sul terminale, dei numeri delle carte e dei codici autorizzativi. Gli indagati, secondo la polizia, chiedevano in concessione questo tipo di pos, così da poter utilizzare i codici delle carte anche senza supporto fisico. L’obiettivo era quello di incassare le somme ottenute illecitamente ed evitare che le carte venissero bloccate e recuperate dagli acquirer: per fare questo gli indagati utilizzavano dei conti correnti cosiddetti “a monte”, dai quali le somme venivano spostate su altri conti correnti o strumenti di pagamento prepagato “a valle” attivati appositamente per distrarre le somme e non appesantire il conto corrente originario.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Palermo e che hanno visto la collaborazione dei più importanti circuiti di pagamento, hanno svelato anche alcuni dettagli della truffa che hanno coinvolto esercizi commerciali regolari e compiacenti, attivi nel capoluogo siciliano. Le transazioni in frode di centinaia e migliaia di euro effettuate con carte di credito di provenienza estera su pos appena attivati, infatti, insospettivano facilmente gli acquirer che immediatamente bloccavano l’operatività dei terminali e per questo gli indagati chiedevano la collaborazione di bar, mercerie, parrucchieri, pescherie, pizzerie e negozi di articoli sportivi di Palermo a cui prestavano i pos che registravano le micro-operazioni fatte per i reali acquisti dei consumatori. In questo modo i pos venivano “auto- accreditati” e riconosciuti come affidabili dal sistema di pagamento. In altri casi gli indagati si recavano presso gli stessi esercizi commerciali per provare le carte di credito clonate con micro-pagamenti. Nel caso in cui la carta di credito clonata risultasse operativa, subito dopo veniva fatta la transazione in frode con importo elevato che andava a finire nel conto del commerciante stesso, il quale poi provvedeva prelevava la somma e la consegnava agli organizzatori della truffa. i titolari degli esercizi commerciali coinvolti sono stati denunciati. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti principalmente approfondimenti informatici, accertamenti bancari, pedinamenti e attività di sorveglianza elettronica. Dopo la notifica degli avvisi di conclusione indagini, alcuni indagati sono stati pure sottoposti ad interrogatorio: seguirà l’udienza davanti al giudice competente del Tribunale di Palermo. Nel corso delle perquisizioni erano state anche rinvenute copie di documenti di identità di cittadini palermitani, a volte del tutto inconsapevoli, che servivano per l’attivazione di carte prepagate.

Redazione – Palermo Post

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