C’era una volta un valoroso condottiero romano di nome Scipione l’Africano, che grazie alle sua abilità militare e all’appoggio di un popolo fedele e coraggioso, riuscì a sconfiggere Annibale, il sanguinario invasore punico.
Siamo in epoca romana alla fine della seconda guerra punica (202 a.C.). Per circa 40 anni Roma e Cartagine hanno combattuto feroci battaglie navali e terrestri per il controllo della Sicilia e del Mediterraneo. Palermo, una delle cinque città libere dell’isola (provincia romana dal 241 a.C) ha mostrato fedeltà a Roma e grande coraggio nelle battaglie di terra, aiutando Scipione l’Africano a battere Annibale e distruggere Cartagine.
Da questo contesto storico nasce la leggenda della fondazione della moderna Palermo e il mito del Genio di Palermo: come ringraziamento delle imprese belliche Scipione avrebbe donato alla città una Conca d’Oro con al centro una statua di guerriero barbuto e coronato che nutre dal petto un serpente. La Conca d’ Oro è la pianura sulla quale sorge l’attuale Palermo. L’uomo barbuto è il Genio di Palermo, il carattere, l’essenza stessa della città.
Il Genio del luogo
Nella religione romana pre-cristiana il Genius loci (Il Genio del luogo) era una creatura intermediaria fra gli Dei e gli uomini, un’entità soprannaturale strettamente legata a un luogo. Si trattava di uno spirito magico che caratterizzava “quel” luogo, solo quello. Nel mondo romano si trattava di ninfe e semidei dei luoghi, nelle mitologie nordiche di elfi, giganti e gnomi. A questa semi-divinità si doveva venerazione e ad essa ci si rivolgeva per chiedere aiuto e protezione. Oggi potremmo definirlo uno spirito che incarna il carattere del luogo, che lo protegge e lo custodisce.
Protettore della città di Palermo
Il Genio di Palermo (detto semplicemente Palermo) è ancora oggi il protettore laico della città, a fianco di Santa Rosalia, patrona della Chiesa Cattolica. Religione e folklore, sacro e profano. Basti pensare al grido “Viva Palermo e Santa Rosalia” che a luglio riecheggia nelle strade della città durante il Festino in onore della Santa Patrona. Il riferimento “Viva Palermo” sarebbe al Genio Palermo, dunque “Viva il Genio e la Santa“, entrambi protettori della città.
Saggezza e abbondanza
Nelle numerose raffigurazioni sparse per tutta la città, Palermo è rappresentato come un uomo maturo dalla folta barba, incoronato e abbracciato ad un serpente che si nutre dal suo petto. Una delle ipotesi più accreditate vuole che il Genio Palermo “sia” la città di Palermo e l’uomo maturo rappresenti quindi i valorosi guerrieri che saggiamente (barba) scelsero di schierarsi al fianco di Roma per ottenere la vittoria (corona). Per quanto riguarda il serpente la sua simbologia può avere diverse interpretazioni. Esso può rappresentare lo stesso Scipione che si è nutrito della forza dei guerrieri palermitani (Scipione era detto l’Africano e il serpente potrebbe rappresentare appunto l’Africa). Ma più probabilmente, in base alla letteratura disponibile, il serpente nutrito dal Genio è indicativo del rinnovamento e la trasformazione continua che nel corso della storia della città produssero traffici, scambi, ricchezza e trasformazioni culturali.
Itinerario del Genio
Le raffigurazioni del Genio Palermo nelle strade della città sono molteplici: le due più antiche sono situate una al Porto e l’altra a Palazzo Pretori (XV/XVI secolo). Complessivamente le più famose e importanti sono 8, di epoche diverse e per lo più di forma scultorea. Di seguito l’elenco. Qui la mappa della loro posizione.
– Genio del Porto: altorilievo in marmo situato all’ingresso del porto di Palermo su via Emerico Amari.
– Genio di Palazzo Pretorio: detto in Palermu u nicu (Palermo il piccolo). La statua è parte di un gruppo scultoreo posto sullo scalone del Palazzo Pretorio, sede del Municipio della città.
– Genio del Garraffo: detto in Palermu lu granni (Palermo il grande) per distinguerlo da quello più piccolo di Palazzo Pretorio. La scultura si trova alla Vucciria, nella nicchia centrale dell’edicola.
– Genio di Piazza Rivoluzione: scultura posta sulla fontana di Piazza Rivoluzione.
– Genio di Villagrazia, o di Villa Fernandez: rilievo scultoreo posto sull’ingresso di Villa Fernandez, in via Crimi, nel quartiere di Villagrazia. Anche se non si tratta di una copia, l’opera è evidentemente stata realizzata sul modello del Genio del Porto.
– Genio dell’Apoteosi di Palermo: personaggio centrale dell’affresco L’Apoteosi di Palermo (1760), dipinto da Vito D’Anna nel salone da ballo di Palazzo Isnello. L’affresco è considerato uno dei capolavori della pittura siciliana del XVIII secolo.
–Genio di Villa Giulia: scultura marmorea collocata al centro della fontana di Ignazio Marabitti a Villa Giulia.
– Genio del Mosaico: pannello posto sopra la porta d’ingresso della Cappella Palatina a Palazzo dei Normanni. L’opera fu realizzata da Pietro Casamassima nei primi del XIX secolo.
Elena Di Maio – Palermo Post