In Sicilia i dati dei contagi sono falsi. Forse lo sono sempre stati, ricordiamo che a Maggio dello scorso anno, al contrario, si erano dimenticati di cancellare dal numero degli affetti da covid-19 i guariti.
Dice il Gip: “Quanto al fine ultimo perseguito attraverso la deliberata e continua alterazione dei dati pandemici, la natura e le conseguenze delle condotte delittuose poste in essere nonché la qualità dei soggetti coinvolti ed il loro concertato agire inducono a ritenere che gli indagati non abbiano perseguito finalità eminentemente personali, ma abbiano operato nell’ambito di un disegno più generale e di natura politica”.
In sostanza il GIP ci sta dicendo che i contagi sono falsi perché politicamente é più vantaggioso abbassare il numero. La realtà piegata ad interessi elettorali, la salute pubblica messa a repentaglio da interessi elettorali. Continua il Giudice per le indagini preliminari: “Si é cercato di dare un’immagine della tenuta e dell’efficienza del servizio sanitario regionale e della classe politica che amministra migliore di quella reale e evitare il passaggio dell’intera regione e di alcune sue aree, in zona arancio o rossa, con tutto quel che ne discende in termini di perdita di consenso elettorale per chi amministra”.
Credo che questo sia il punto più basso toccato dalla politica siciliana. Non bastano le dimissioni di Razza, non basta l’indignazione, quasi, bipartisan, ma non possiamo neanche sentirci migliori di chi ci amministra. La politica dovrebbe essere cosa più alta della mera ricerca del consenso. Ma se questo é il fine allora siamo stati noi per primi a spingere chi ci governa a fornire dati dei contagi falsi. Per potere continuare ad andare dal parrucchiere, a bere il caffé al bancone del bar la mattina o passeggiare per un centro commerciale, magari utilizzando la mascherina come reggi mento.
I dati falsi dopo il lockdown
La gestione pandemica ha fatto acqua da tutti i lati fin dalla prima riapertura post lockdown. La cassa integrazione che non arriva, i licenziamenti fermi tranne scoprire che se scade il contratto sei licenziato, condizione nella quale si sono trovati un gran numero di lavoratori. E ancora le decisioni prese a metà, i colori, l’apri e chiudi continuo. Fino ad un cambio di governo che però non muta la situazione. A prevalere é stato sempre l’interesse di bottega di questo o quel sindaco, governatore, ministro o segretario di partito.
Manipolando la comunicazione a piacimento succede che durante il lockdown i dati dei contagi sono falsi perché esagerati. Dopo un anno quando il popolo é troppo stanco, allora si abbassano per contenere la disaffezione verso la classe politica.
Quindi, non é Razza il problema, piuttosto vista la vicinanza con la Pasqua l’assessore é l’agnello sacrificale. La politica, intanto quella siciliana, andrebbe commissariata per potere affrontare in modo competente la crisi pandemica. Facciamo fare il lavoro a chi é preparato per farlo. Facciamo scegliere agli scienziati, ai matematici, agli ingegneri che strumenti utilizzare. Che la politica ha toccato il fondo e non può far più elemosinare qualche voto.
Simone Di Trapani – Palermo Post