Operazione congiunta del Comando Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Palermo che hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare reale (sequestro preventivo ex artt. 321 c.p.p e 452 quaterdecies, comma 5, c.p.) emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, nel corso dell’indagine preliminare diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo nei confronti di due società con sede in Palermo e Carini (PA) operanti, rispettivamente, nel settore del recupero per il riciclaggio e nel commercio all’ingrosso di rottami metallici, poiché coinvolte nella ricettazione di materiali metallici di provenienza delittuosa (art. 648 c.p.) e traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies c.p.). Alle due società sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 1.100.000 euro.
Il provvedimento scaturisce da articolata attività investigativa iniziata nel giugno 2017 e conclusasi nel mese di giugno 2019 e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Cefalù (PA) e dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Carini (PA).
In particolare, l’attività investigativa permetteva di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, sostanzialmente accolti nel provvedimento cautelare, a carico delle citate due società, aziende leader in Sicilia nel settore della rottamazione dei metalli, e ritenute presunto punto di riferimento per una moltitudine di ladri che, giornalmente, si sarebbero recati presso le aziende predette per conferire materiali metallici proventi di furto o, comunque, di provenienza illecita. La polizia giudiziaria, nel complesso, ha documentato presunte cessioni di materiali per un corrispettivo di 2 milioni di euro circa.
La sintesi investigativa permetteva, in taluni casi, di monitorare l’intero iter che, partendo dai furti commessi ai danni di privati o di aziende di pubblica utilità (come nel caso della società Enel), si concludeva con il conferimento presso gli stabilimenti delle aziende coinvolte nelle indagini, attraverso ricettatori intermediari. Successivamente, tale materiale sarebbe stato venduto ad altri gruppi commerciali compiacenti di maggiori dimensioni, con base a Roma e Bologna, ed operanti su tutto il territorio nazionale ed estero.
Gli ulteriori accertamenti eseguiti sulla documentazione amministrativo-contabile permetteva di individuare la quantità di materiale ferroso oggetto del reato e, successivamente, di quantificare il profitto derivante dalle vendite in nero. Le indagini condotte hanno portato al sequestro di 1.095.863 euro, delle disponibilità finanziarie rinvenute in capo alle imprese coinvolte ed ai loro amministratori e soci, nonché delle due società e dei beni facenti parte del patrimonio aziendale.
Al fine di assicurare la continuità dell’attività imprenditoriale e salvaguardare i posti di lavoro, l’Autorità Giudiziaria ha affidato la gestione delle due società ad un amministratore giudiziario.
Redazione – Palermo Post