Quando un arbitro condiziona una stagione

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
4 Minuti di lettura

Tra Parma e Palermo, due nobili del campionato di serie B, ci si attendeva lo spettacolo che almeno in campo non c’è stato. Sugli spalti, invece, un muro rosanero a dare prova di essere di altra categoria. Ancora una volta i tifosi del Palermo hanno invaso un intero settore ospiti ed anche al Tardini di Parma non si capiva chi fosse la squadra di casa. Il Palermo, dopo il ritiro in casa della consorella spagnola Girona, si era presentato in emergenza con tre titolarissimi fuori per infortunio (Nedelcearu, Verre e Di Mariano). Due squadre che fino ad oggi hanno giocato a sprazzi, senza mai trovare la continuità. Tanto blasone e tante individualità che non hanno mai prodotto un gioco convincente. Ed anche oggi è stato così per entrambe.

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Ne è venuta fuori una partita davvero brutta, a tratti persino noiosa nel secondo tempo. Una di quelle partite da zero a zero e probabilmente con un’altra direzione di gara sarebbe finita in quel modo. Ma inspiegabilmente per la quarta volta in campionato ad arbitrare il Palermo arriva Massimi, a pochissima distanza da quel Cittadella Palermo segnata da decine di errori del fischietto di Termoli.
E proprio da un macroscopico errore di Guardialinee, Arbitro e Var (sbagliare in buonafede in 3 è davvero difficile) arriva, dagli sviluppi di un calcio d’angolo regalato, l’uno a zero degli emiliani. La posta è troppo importante e gli uomini di Corini lo sanno e reagiscono, prima ci prova Saric con un gran tiro di poco alto e dopo Soleri approfitta di un errore di Valenti e fa uno ad uno.

Il secondo tempo è soporifero con un Palermo eccessivamente basso ed un Parma quasi restio a manovrare oltre metà campo, fino a 15 dalla fine, quando “el Mudo” Vasquez da fuori mette in difficoltà con un rasoterra velenoso Pigliacelli che devia sui piedi di Coulibaly ed è 2 a 1. Inutili e tardivi i cambi. Damiani, al posto del peggiore in campo Gomes, prova finalmente a verticalizzare. Vido ci prova calciando verso la porta di Buffon due volte su due palloni giocati e Valente spreca l’occasione d’oro del pareggio ad un minuto dal novantesimo.

Ennesima occasione persa. Indubbiamente hanno pesato le assenze, indubbiamente ha pesato ancora una volta l’atteggiamento rinunciatario, ma possiamo affermare che questo arbitro è riuscito a condizionare il nostro cammino. Non solo l’errore sul calcio d’angolo, ma tantissimi piccoli episodi (ultimo un inesistente fallo a centrocampo fischiato a Brunori che era andato via) che poi sono quelli che fanno pendere l’inerzia della partita da una parte piuttosto che dall’altra.

Il City Group è una importante società e attorno ad una promozione girano milioni di euro di interessi sarebbe ora che Gardini si facesse sentire in lega, perché questa designazione l’Aia se la poteva evitare.

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