In attesa che la giustizia sportiva decida le sorti della Reggina, questione che rischia di gettare nel caos la serie B, almeno otto squadre si contendono gli ultimi due posti per potere giocare i playoff. Tra loro anche il Palermo, che a meno di miracoli ha le speranze appese ad un filo, sia perché tra le otto ha una pessima classifica avulsa in caso di probabile parità con altre squadre, sia perché è apparsa tra le squadre meno in forma del girone di ritorno. Anche ieri ha gettato alle ortiche una vittoria facile contro un modestissimo Como, semplicemente perché ad un certo punto si spegne la luce e finisce la benzina. Colpa di Corini, dei giocatori o della società? Forse un po’ di tutti e quindi di nessuno. Così viene facile attribuire la pochezza di gioco e risultati al destino cinico e baro, agli arbitri o agli episodi.
Fatto sta che oltre la pessima condizione fisica, mentale e tattica ci si mette anche la statistica a smorzare i sogni del tecnico e della piazza. Da quando esistono i playoff non sono state mai promosse le settime o le ottave in classifica, ma sempre terze o quarte con la sola eccezione della Sampdoria arrivata sesta nel 2011-12. Eppure l’idea stessa di arrivarci accende le fantasie dei tifosi rosanero, forse per l’irripetibile cavalcata del Palermo di Baldini lo scorso anno, forse perché viene difficile accettare la mediocrità quando si appartiene al gruppo sportivo più ricco del pianeta. Così da settimane ogni tifoso fa conti, simula risultati e spera nella vittoria, che comunque per una scusa o per un’altra continua a non arrivare.
Ma a cosa serve davvero arrivare a disputare i playoff da settimi o ottavi? Pensiamo di andare a vincere a Parma o Cagliari contro squadre più attrezzate, con un gioco chiaro e che vanno al doppio della nostra velocità? Per non parlare del Bari che oltre alle ali ai piedi ha l’entusiasmo del San Nicola dove con ogni probabilità si giocherà gara due della finale playoff 2023.
Per i nostri sogni di gloria bisognerà comunque aspettare almeno un altro anno a voler essere generosi, visto l’andazzo. I playoff servono a potere dire di essere andati oltre gli obiettivi stagionali. La frase che consentirà la facile conferma di Corini sulla panchina rosanero, senza mettersi contro l’intera tifoseria.
Il tecnico vuole restare, la società lo vuole confermare, il problema è la piazza che è stanca dello spettacolo pietoso offerto a cadenza settimanale. Per cui se arriveranno gli inattesi playoff, che sono più dell’obiettivo dichiarato ad inizio anno, allora forse si salverà qualche abbonamento 2023-24, nonostante Corini sulla panchina.
Le squadre non sono dei tifosi, sono di chi paga e le mantiene. Come la Coca Cola non è di chi la beve, ma di chi la produce. Chiaro che le scelte devono essere ponderate dal management aziendale, ma se alla Coca Cola non avessero ascoltato i consumatori quando cambiò formula nel 1985 oggi, probabilmente la bibita sarebbe un nostalgico ricordo come la gazzosa Partanna.
Ci auguriamo, ma sappiamo che non sarà così, che qualcuno dall’Inghilterra abbia il buon senso di evitarci un altro anno di noioso di sterile possesso palla, con o senza playoff.