Per vedere il vero Palermo servirà il tempo necessario a costruire da zero una squadra, sette gol subiti in quattro partite, una sola vittoria falsata dall’aver giocato in superiorità numerica per gran parte della partita con il Perugia. La difesa del Palermo ha cambiato interpreti, ma continua a non convincere, così come appare a tratti imbarazzante Pigliacelli.
Per Corini e i rosanero adesso arriva il difficile dopo la seconda sconfitta consecutiva, prima il tonfo casalingo contro l’Ascoli e ora arriva la sonora bocciatura di Reggio Calabria. Al Granillo si è visto un Palermo incapace di andare oltre uno sterile possesso palla e sarebbe un errore pensare che il problema sia la sola difesa. Non c’è stata la prestazione, non abbiamo visto interpreti lottare su ogni pallone e a parte Stulac nessuno sembra avere un passo da categoria superiore.
Pronti via e al settimo minuto la Reggina passa in vantaggio con il gol di Fabbian, gli uomini di Corini si trovano un muro compatto impenetrabile che non concede nulla al di là di uno sterile possesso. Dal canto loro i calabresi hanno un Mene in più che la chiude ad inizio secondo tempo con un goal capolavoro che annichilisce difesa e portiere rosanero.
Granata che anche in dieci per metà del secondo tempo, non vanno mai in affanno, restano compatti tra le linee e bloccano ogni pallido tentativo rosanero, riuscendo in ripartenza a pungere ancora con la complicità di Nedelcearu e Pigliacelli ed è 3 a 0 con un uomo in meno.
Partita chiusa e tre punti meritatissimi per la Reggina. Palermo lento a centrocampo, con poche idee confuse, fragile dietro ed evanescente in avanti anche buttando dentro 5 giocatori offensivi, le verticalizzazioni non si vedono e la porta avversaria diventa un miraggio irraggiungibile.
Arriva la seconda sconfitta che alimenterà malumori e preoccupazioni, con Corini primo degli imputati. Per vedere il vero Palermo occorre il tempo? Lo auspichiamo, ma ci si comincia a preoccupare