Sono le 15.30 circa quando una videocamera registra, in via Frosinone a Partinico, l’inizio dei tragici eventi che porteranno alla morte di Gioacchino Vaccaro. A bordo di una vettura viaggiavano Giuseppe Vaccaro, la moglie Benedetta — alla guida — e il figlio diciassettenne. Mentre percorrevano una strada che costeggia il centro abitato, l’auto è stata affiancata da un’altra macchina, condotta da uno dei fratelli Failla, diretti dai genitori in campagna.
Secondo i parenti della vittima, i Failla avrebbero iniziato a suonare ripetutamente il clacson, infastiditi dalla lentezza della vettura dei Vaccaro, che a norma di legge procedeva entro i limiti di velocità del centro urbano. Dopo averli superati, il Failla avrebbe bloccato la carreggiata, dando inizio a un confronto verbale acceso. A quel punto arriva la seconda vettura con l’altro fratello Failla. Anche loro accompagnati da familiari.
Il diverbio si accende, volano parole grosse e le due famiglie arrivano venute alle mani: si sono scambiati insulti, poi calci e pugni di una violenza inaudita. Le donne presenti hanno tentato di dividerli. Alla fine, Giuseppe Vaccaro e il figlio sono tornati a casa, tramortiti ma ancora in piedi.
Il malore e la corsa in ospedale
L’abitazione dei Vaccaro si trova in via Biella, a poca distanza dal luogo dell’aggressione. Una volta rientrato, Giuseppe ha iniziato ad accusare forti dolori alla testa e al petto. È stato il cognato a convincerlo a farsi visitare. Un’ora più tardi attorno alle 17, l’uomo si è recato in ospedale, dove è arrivato già in condizioni preoccupanti.
I primi esami medici, in particolare una TAC, non hanno rilevato patologie pregresse che potessero spiegare il decesso. L’ipotesi al momento più accreditata è che la morte sia riconducibile a una lesione interna riportata durante l’aggressione. Sarà comunque l’autopsia, disposta dalla Procura di Palermo, a chiarire la causa esatta del decesso.
Nel frattempo, Antonino e Leandro Failla sono stati fermati, dopo essersi costituiti, con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Entrambi si difendono sostenendo di aver agito per proteggersi, dichiarando che l’aggressione sarebbe partita dai Vaccaro. Sono pronti a raccontare una diversa dinamica nel corso dell’interrogatorio fissato per domani davanti al giudice per le indagini preliminari.
Un elemento ritenuto determinante per le indagini è rappresentato dalle immagini di una telecamera di sorveglianza che ha ripreso tutta la scena. Le registrazioni, già acquisite dagli investigatori, sembrerebbero mostrare con chiarezza l’intera sequenza dei fatti. Spetterà ora al magistrato valutare se convalidare il fermo.