Montando sulle auto rubate ripunzonate le targhe delle auto incidentate, la banda era anche riuscita a commercializzare dopo inesistenti collaudi cambiando, fraudolentemente, la destinazione d’uso da autocarro ad autovettura, attraverso la complicità di un infedele impiegato della Motorizzazione civile di Palermo. Anche lui già arrestato per analoghi fatti il 28 febbraio del 2023 dalla polizia Stradale. È stato anche possibile accertare come il gruppo si sia reso responsabile di varie estorsioni consumate in danno di proprietari di auto rubate, restituite dopo essere riusciti a riscuotere le somme di denaro estorte, tramite il cosiddetto “cavallo di ritorno”.

In particolare la polizia ha riscontrato 22 casi di riciclaggio di veicoli, 3 di ricettazione, 14 estorsioni per la restituzione di auto rubate, 8 furti di autovetture. Oltre alle auto sequestrate, nel corso delle indagini si è anche proceduto ad effettuare delle perquisizioni con sequestri nei siti dove i componenti dell’associazione nascondevano i mezzi rubati e le autovetture incidentate, uno individuato nel quartiere Sperone e due in provincia di Palermo nel comune di Partinico. Le indagini erano partite a giugno del 2022, dopo il furto di una Fiat Panda ritrovata poi dal proprietario qualche giorno dopo e dove è stata trovata un’impronta appartenente ad un pregiudicato. Da lui si è risaliti al sodalizio criminale e al modus operandi utilizzato.