Palermo – Gaetano Savoca, 57 anni, conosciuto come “il biondo”, è stato arrestato dalla Polizia di Stato. Figlio di Pino Savoca, storico capo del mandamento di Ciaculli, è ritenuto il nuovo leader dell’organizzazione mafiosa che opera nella zona orientale di Palermo. Savoca è legato a figure centrali di Cosa nostra come Michele Greco, noto come “il Papa”, e Giuseppe Graviano.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dalla Squadra Mobile e dalla Sezione investigativa della Polizia, hanno portato alla luce il ruolo di spicco assunto da Savoca negli ultimi anni. Nonostante un periodo trascorso lontano dalla Sicilia, con la sorveglianza speciale scontata nel 2011 a Cesenatico, il suo ritorno a Palermo nel 2018 lo ha riportato al centro delle dinamiche mafiose locali.
Subito dopo il rientro, Savoca ha partecipato a incontri con altri esponenti di rilievo di Cosa nostra, come Leandro Greco e Calogero Lo Piccolo, dimostrando di essere tornato attivo nel mandamento. Tra gli episodi emersi c’è anche un incontro con Michele Micalizzi, mafioso di Partanna Mondello, per risolvere una disputa personale tra ex coniugi. Questo episodio conferma come la mafia continui a esercitare il suo tradizionale ruolo di “mediazione” anche in questioni private.
Le intercettazioni hanno permesso di ricostruire i movimenti di Savoca, mostrando come gestisse questioni interne al mandamento, dalla sospensione di un esattore del pizzo ritenuto poco affidabile alla gestione delle risorse per le famiglie dei detenuti affiliati, un sistema in crisi.
Un segnale della pressione mafiosa sul territorio è arrivato con l’omicidio di Giancarlo Romano, avvenuto il 26 febbraio scorso. Romano, intercettato poco prima della sua morte, parlava del “valore” della mafia e della necessità di opporsi allo Stato, rilanciando un’ideologia che tenta di distaccarsi dall’immagine della delinquenza comune.
Nonostante le difficoltà economiche e organizzative, le indagini confermano che Cosa nostra continua a esercitare il proprio potere. Savoca, tra i suoi compiti, si sarebbe occupato anche di infiltrazioni in cooperative locali, come emerso dalle intercettazioni. Con il suo arresto, le autorità sperano di infliggere un colpo significativo alla struttura del mandamento di Ciaculli, senza tuttavia sottovalutare la capacità della mafia di riorganizzarsi e mantenere il controllo sul territorio.