Un forte monito si leva dalle voci delle associazioni legate al mondo della scuola primaria, riunite per affrontare una questione che suscita grande preoccupazione nel panorama educativo italiano. La riforma che introdusse il giudizio descrittivo, appena tre anni fa, potrebbe essere messa in discussione da un emendamento presentato dal governo durante l’esame del DDL relativo al voto in condotta.
Il governo, con questo emendamento, propone di smantellare quanto introdotto dalla riforma, suscitando l’indignazione delle associazioni che si sono riunite per affrontare questo tema in una conferenza stampa convocata per martedì 27 febbraio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati a Roma.
Secondo le associazioni coinvolte, questa decisione risulta immotivata dal punto di vista pedagogico e rappresenta un arretramento rispetto ai progressi ottenuti con l’introduzione del giudizio descrittivo. La mancanza di una documentazione sui processi in atto, di una verifica sulle esperienze condotte nelle scuole e di un dialogo con il mondo della scuola e della ricerca universitaria, evidenzia una carenza di approccio informato e consapevole da parte del governo.
L’eventuale abbandono del giudizio descrittivo rischia di complicare ulteriormente il lavoro di coloro che si sono impegnati nel processo di rinnovamento della cultura e delle pratiche valutative nella scuola primaria. Le associazioni sottolineano che la scuola non può essere soggetta a politiche frammentarie e contraddittorie, prive di una visione pedagogica coerente e duratura.
Studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori, secondo le associazioni, non possono essere considerati “ostaggi” di riforme incomplete e mutevoli. La scuola dovrebbe rappresentare l’espressione dei valori e dell’unità della Repubblica, e pertanto le decisioni in materia educativa dovrebbero essere prese con attenzione e lungimiranza.
La voce delle associazioni rappresenta una chiamata all’azione per garantire che le decisioni riguardanti il sistema educativo italiano siano prese in modo responsabile, tenendo conto delle necessità degli studenti e dei professionisti della scuola. La conferenza stampa del 27 febbraio potrebbe essere un momento cruciale per portare avanti questo messaggio e sottolineare l’importanza di preservare i progressi ottenuti nella valutazione della scuola primaria.