Su iniziativa della Procura Europea (EPPO) e su richiesta degli uffici di Milano e Palermo, è scattata l’operazione “Moby Dick”, un imponente intervento contro una rete di frodi fiscali e riciclaggio. L’operazione ha portato all’emissione di 47 misure cautelari personali, tra cui 34 arresti in carcere, 9 domiciliari e 4 misure interdittive, e al sequestro di beni e denaro per oltre 520 milioni di euro. La Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno messo in luce un sistema di false fatturazioni per un totale di 1,3 miliardi di euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura Europea e dal Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione complessa dedita alla frode dell’IVA intracomunitaria, con attività nel settore del commercio di prodotti informatici. Questa rete, composta da 200 persone fisiche e oltre 400 società, operava a livello europeo con legami in Paesi come Spagna, Repubblica Ceca, Bulgaria e Lussemburgo, avvalendosi di società fantasma (le cosiddette “missing traders”) e di altre imprese intermediarie per riciclare i profitti illeciti.
La struttura fraudolenta ruotava attorno alla cosiddetta “frode carosello”, che sfrutta il regime di non imponibilità dell’IVA per le transazioni intracomunitarie. Inserendo delle società di comodo tra il fornitore e l’acquirente finale, l’organizzazione riusciva a evadere l’IVA e a reimmettere sul mercato italiano i prodotti a prezzi estremamente competitivi. Questo sistema, che coinvolgeva circa 269 società fantasma, ha permesso al gruppo di sottrarre ingenti somme all’erario.
Tra gli arrestati ci sono sette persone per le quali è stato emesso un Mandato di Arresto Europeo, localizzati tra Olanda, Spagna, Bulgaria e Repubblica Ceca. Inoltre, sono stati eseguiti sequestri di immobili, tra cui complessi residenziali a Cefalù e altre proprietà distribuite in varie città italiane, per un valore complessivo superiore ai 10 milioni di euro.
L’indagine ha coinvolto vari corpi di polizia, in una sinergia operativa che ha permesso di seguire i flussi finanziari e risalire alla rete dei complici, tra cui alcuni esponenti della criminalità organizzata. Quest’ultima, attratta dagli enormi profitti, ha partecipato al riciclaggio di denaro derivante dalle frodi, reinvestendo i fondi in ulteriori attività illecite.
A oggi, sono in corso oltre 160 perquisizioni in 30 province italiane, con l’impiego di unità cinofile della Guardia di Finanza specializzate nella ricerca di contanti nascosti. Le attività di sequestro e di arresto si estendono anche a vari Paesi UE ed extra UE, con operazioni in Lussemburgo, Cipro, Emirati Arabi e Svizzera.
Questa operazione rappresenta un passo significativo nella lotta alle frodi fiscali e al riciclaggio. Tuttavia, le indagini sono ancora in fase preliminare, e tutti gli indagati godono della presunzione di innocenza fino a un eventuale giudizio definitivo.