Nella mattinata odierna i Carabinieri del Reparto Territoriale di Termini Imerese hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, una donna trentaseienne di Termini Imerese e un uomo cinquantasettenne palermitano, operaio, coniugato, in quanto a loro carico sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di omicidio e soppressione del cadavere di Carlo Domenico La Duca, agricoltore, già residente a Termini Imerese.
Dalle complesse attività investigative coordinate dalla Procura di Palermo, condotte attraverso intercettazioni, analisi dei tabulati, analisi immagini dei sistemi di video sorveglianza, assunzione di informazioni e acquisizioni informatiche e documentali (attività avviate sin dall’immediatezza della scomparsa di Carlo Domenico La Duca avvenuta il 31/01/2019), è emerso, in via gravemente indiziaria, che i due arrestati, rispettivamente moglie e migliore amico della vittima, tra di loro legati da una relazione sentimentale di natura clandestina, dopo avere pianificato l’omicidio, hanno attirato la vittima a Palermo nel terreno di proprietà del cinquantasettenne, ed ivi lo hanno ucciso, per poi successivamente condurre la sua autovettura a circa 12 km di distanza dal luogo del fatto al fine di depistare le indagini. Le acquisizioni investigative hanno anche permesso di demolire gli alibi che i due avevano creato nel corso del tempo per tentare di allontanare da sé l’attenzione degli inquirenti.
I due arrestati, che alla data dell’omicidio già intrattenevano da diversi anni una relazione sentimentale clandestina, hanno pianificato nei minimi dettagli l’omicidio, l’occultamento del cadavere ed i depistaggi utilizzando, tra l’altro, utenze segrete e negando da sempre qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.
E’ obbligo rilevare che gli odierni indagati e destinatari della misura restrittiva, sono allo stato solamente indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.
Redazione – Palermo post