Nubrifagio alle porte di Palermo. L’A29 diventa un fiume

Roberta D'Asta
da Roberta D'Asta
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Alle 18.30 circa sulle città sulla parte nord occidentale della Città si é scatenato un autentico nubifragio. La protezione civile ieri aveva diramato un’allerta di colore giallo per possibili rischi idraulici ed idrogeologici e puntualmente si é verificato qualcosa di decisamente più severo. Una vera e propria bomba d’acqua che in pochi minuti ha colpito la zona nord occidentale su Palermo e sui paesi dell’interland, principalmente, Isola delle Femmine, Capaci e Carini.

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Per le migliaia di pendolari che a quell’ora imboccano l’A29 Palermo – Mazara del Vallo e per coloro che dovevano raggiungere con l’automobile l’aeroporto Falcone e Borsellino il tragitto si é trasformato in un incubo. Già all’altezza di Le Roy Merlin il manto stradale si era trasformato in un fiume d’acqua costringendo gli automobilisti a percorrere la strada a velocità bassissima. Ma é subito dopo le gallerie tra Sferracavallo ed Isola delle Femmine che il manto stradale é diventato un vero e proprio fiume.

Da anni sulle due autostrade viene costantemente sostituito asfalto, creando moltissimi disagi in ogni periodo dell’anno, a pendolari e viaggiatori perché si deve sostituire con l’asfalto drenante. Ossia un tipo di asfalto in grado di assorbire l’acqua senza creare il pericolosissimo fenomeno dell’aquaplaning. Proprio sull’A29 pochissimi la sostituzione dell’asfalto é avvenuta pochissimi giorni fa, infatti, ancora oggi, tra la fine delle gallerie ed il bivio di capaci non c’é segnaletica su strada, proprio perché la sostituzione con il bitume che dovrebbe drenare acqua anche in condizioni estreme come un nubifragio é stata appena fatta.

Il risultato di questa posa é stata la trasformazione in un vero e proprio fiume del tratto autostradale interessato, condizione che ha messo a forte rischio incidente migliaia di pendolari nell’ora di punta, che hanno dovuto guidare tra acqua a dirotto che scendeva da monte, pozzanghere e svincoli pericolosi (Capaci su tutti) resi ancor più impervi dall’acqua alta sotto il sovrapasso.

Roberta D’Asta – Palermopost

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