No, al Barbera non si passa, anche se dopo aver sprecato l’impossibile a quindici minuti dalla fine il Palermo è sotto due a zero, eliminato, con la stanchezza nelle gambe e poche idee di gioco. In effetti la squadra rosanero dal punto di vista del gioco continua a deludere, ma siamo in lega pro, anche se in trentaduemila, non dobbiamo dimenticarlo. Ieri il sogno della promozione per i rosanero era praticamente svanito a quindici minuti dalla fine. Sotto due a zero, con il morale sotto le scarpe e l’inerzia della partita tutta a vantaggio dei liguri, che già sentivano di aver scritto una pagina della loro storia.
In alto, sopra la tribuna vip, Dario Mirri nella sua solita posizione, appoggiato al muro con indosso la mascherina nera con il logo rosa, ha gli occhi di chi vede svanire il sogno, così senza combattere. Una resa che appare inevitabile, per i più scuri in volto e rassegnati ad un altro anno di purgatorio. Baldini getta in campo Crivello e Fella, la Nord non si rassegna e Soleri (il migliore in campo, subentrato al 45esimo ad un pessimo Floriano) con un gran destro fa esplodere i trentaduemila. No, al Barbera non si passa, neanche nelle serate in cui tutto sembra storto. Passano tre minuti ed è ancora Soleri, tiro respinto, gran sforbiciata di Fella e partita in cassaforte. Lo stadio può esplodere e negli occhi dei tifosi, letteralmente impazziti, il racconto dell’impresa più sofferta.
In fondo ha ragione chi da Catania qualche settimana fa commentando i playoff affermava che questo Palermo tecnicamente è inferiore a molte delle squadre presenti. Se poi ci ostiniamo a mettere in campo calciatori confusi e fuori forma, spiace dirlo, ma Floriano non può giocare queste partite, al di là del blasone possiamo considerarci la meno qualificata delle compagini in lizza. Ma quello che i cugini d’oriente non ammetteranno mai, piuttosto farneticano di “ipotetici altri metodi” (Alessandro Fragalà direttore di Catania Live), è che a Palermo si gioca con un uomo in più ed al Barbera non si passa, perché gli 11 in campo diventano l’estensione dei sentimenti dei 32mila sugli spalti.
Simone Di Trapani – Palermo Post