Quella del Palermo è una crisi irreversibile a cui non si potrà porre rimedio a gennaio, anzi si rischia di compromettere ulteriormente uno spogliatoio già fragilissimo.
La squadra avrebbe bisogno di una vera e propria rivoluzione: una difesa che colleziona errori su errori a prescindere dagli interpreti e un attacco assolutamente evanescente dovrebbero essere completamente rifondati. Ma così non sarà, il budget annuale è stato sperperato la scorsa estate con un mercato disastroso in uscita e inconcludente in entrata. Undici milioni finiti tra Gomis, Nikolau, Appuah e Le Douaron. Calciatori presi senza un vero progetto che hanno contribuito a ingarbugliare una situazione già complicata.
E adesso non ci sono le risorse per correre ai ripari a gennaio. Arriveranno calciatori solo se ne usciranno altri e con una rosa che si è deprezzata notevolmente non sarà facile riuscire a far quadrare i conti. Tanto vale impiegare questo tempo per puntellare una squadra in grado di tenersi lontana dai play-out, magari con un altro allenatore. Per poi costruire la rivoluzione il prossimo anno, auspicando una nuova guida, capace di mettere insieme un progetto a lungo termine, che non può che cominciare costruendo una solida base di giovani: non è infatti con i trentenni che si costruiscono basi solide, sempre che si voglia ambire a palcoscenici più prestigiosi della serie B.
Per tentare di rimediare al disastro confezionato dal duo De Santis-Dionisi, bisognerà riuscire a portare in rosanero almeno un nuovo portiere, un terzino sinistro e un attaccante: prestiti, scambi o calciatori in grado di svincolarsi. Una casella è stata liberata grazie alla rescissione di Luciani, mentre per l’attacco si prospetta uno scambio con Brunori (ma piuttosto che Lapadula dal Cagliari, ci pare più probabile lo scambio con Lescano del Trapani). Resta il rebus portiere, Desplanches non offre garanzie, soprattutto con un allenatore come Dionisi e una difesa traballante, ma sarà difficile riuscire a liberare la slot per consentire l’ingresso di un portiere più esperto che offra le garanzie necessarie.
Non aspettiamoci, quindi, miracoli dal mercato di gennaio, o grandi rivoluzioni nello staff tecnico, ma piuttosto abituiamoci all’idea che come Lommel o Troyes questa sarà la nostra dimensione, almeno fin quando saremo in queste mani.