Chi di noi guardando il film “I Cento Passi” diretto da Marco Tullio Giordana non è rimasto colpito dagli occhi vispi, profondi ed espressivi del giovane Peppino? Il piccolo Lorenzo Randazzo, con la sua prima apparizione sul grande schermo nel 2000 ha emozionato e interessato tutti alla storia di Peppino Impastato. L’attore cinisense apparirà poi in altre produzioni cinematografiche quali “Il principe pirata” nel 2001, “Alla luce del sole” nel 2005 e “Amare amaro” nel 2018, vincendo anche diversi premi come il “David Giovani – David di Donatello” conferito dall’“Agiscuola” presso la sezione di Termini Imerese (Pa), la menzione speciale di merito assegnata per il ruolo di “Domenico” nel film “Alla luce del sole” e il “Leoncino d’oro”, vinto presso la “57esima Mostra internazionale d’arte Cinematografica di Venezia” con il film “I cento passi” assegnato dall’”Agiscuola”.
Lorenzo Randazzo, ormai cresciuto, vanta un diploma di recitazione alla “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo Stabile di Palermo diretta da Emma Dante e una carriera di forte impatto. Dal cinema al teatro, in diverse occasioni ha avuto modo di dimostrare la sua bravura e professionalità anche trattando temi quali la valorizzazione del territorio, delle tradizioni popolari, con particolare attenzione ai temi sociali a lui molto cari. Tutto ciò è racchiuso nell’ultima “opera” dell’attore, il “Tiatru Festival” organizzato da Sicilia Classica Festival, dal comune di Terrasini e dal dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli studi di Palermo, con il patrocinio dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali. Nelle giornate del 28 e 29 Agosto si ripercorrá, tra le mura Palazzo d’Aumale e Piazza Duomo l’immenso patrimonio culturale che la nostra splendida isola ci offre attraverso i personaggi delle maschere siciliane, la classicità greca da Prometeo a Odisseo, da Zeus a Cassandra, per concludere con l’ultimo evento dal titolo “La retrospettiva del teatro di Giuseppe Fava”, che tratta il teatro rivoluzionario del giornalista e drammaturgo catanese barbaramente ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984. Il teatro, come disse lo stesso Fava,” deve affascinare quante più persone possibili, deve emozionare, deve far divertire, solo così si può parlare alla gente e riflettere sui temi dell’attualità” e Lorenzo Randazzo ce lo dimostra ogni volta.
Alessia Di Ranno – Terrasini Post