Ah, il palermitano in gita fuori porta! Figura leggendaria della nostra quotidianità, capace di trasformare qualsiasi luogo incontaminato in un set da cinepanettone. Durante il lungo weekend della Befana, complice la prima neve dell’anno, il popolo della Conca d’Oro ha abbandonato per un momento spiagge e canotti per dirigersi in massa verso Piano Battaglia, la perla innevata delle Madonie.
Ma attenzione, perché se è vero che puoi togliere il “totuccio” dalla spiaggia, non puoi certo togliere la spiaggia dal “totuccio”. Ed ecco che l’entusiasmo per una gita tra i fiocchi di neve si trasforma in un’epopea tragicomica. Primo intoppo? Il traffico. Il palermitano, più abituato alle ciabatte che agli scarponi da trekking, dimentica che per affrontare le strade innevate servono catene (no, non quelle d’oro, quelle da neve). Risultato? Code chilometriche verso Piano Battaglia, con un concertino di clacson degno del lungomare di Mondello in pieno agosto.
Ma una volta arrivati, lo spettacolo cambia. Lo spirito colonizzatore emerge prepotente: pupazzi di neve con teste di bottiglie di plastica, slittini improvvisati e scorte di viveri degne di un assedio medievale. Purtroppo, però, al rientro a casa, l’ospite lascia sempre un segno. E a Piano Battaglia il segno è chiaro: montagne di rifiuti, tracce indelebili della “totuccitudine” in trasferta.
Lo denuncia con amarezza il fotografo Matteo Orlando, che su Facebook ha condiviso scatti eloquenti, accompagnati da un commento tagliente:
“Di mattina e senza ‘totucci’ si nota meglio la nuova discarica a cielo aperto”.
La domanda sorge spontanea: possibile che nel 2025 siamo ancora fermi qui? Perché serve un post su Facebook per ricordare che la neve non si porta via lattine e sacchetti?
Forse è il momento di prendere provvedimenti seri: più vigilanza, multe salate e magari anche una lezione di educazione ambientale obbligatoria per ogni totuccio in erba. Perché sì, l’inciviltà è dura a morire, ma l’ambiente che distruggiamo non rinasce con la stessa facilità.