Alzi la mano chi non sta facendo il countdown nella speranza che il tempo scorra più velocemente e questo 2020 lasci il posto a nuove prospettive e speranze. Ma, nel frattempo che aspettiamo con impazienza lo scoccare della mezzanotte del prossimo 31 dicembre, facciamo il punto della situazione…l’inverno e la primavera sono stati periodi difficili da attraversare, la pandemia, il lockdown, la minaccia di una crisi economica, i DCPM, le mille autocertificazioni, l’inno di Mameli cantato sui balconi, l’assalto alle farine e al lievito, messaggi di amore e solidarietà, insomma un “volemose bene” all’italiana! E poi? Cos’è successo?
D’improvviso l’estate. Niente più COVIDDI, fine delle limitazioni, ognuno per sé e Dio per tutti, come direbbe mio nonno “agneddu e sucu e finiu u vattiu”! E alle porte dell’autunno, ormai spogli di costumi ed infradito, iniziano a cadere le prime foglie…tra sintomi e non sintomi, tra notizie vere e fake, un dato di fatto è reale i contagi sono risaliti, anzi, in alcune zone, addirittura da 0 si è arrivati a contare, in pochissimo tempo, alcuni casi di positività e tanti, invece, di isolamento preventivo.
Partendo dall’assunto che l’emergenza non è mai passata, stupiscono le reazioni che questa nuova ondata di contagi sta provocando ai cittadini colpiti e che potrebbero essere riassunte in un’espressione latina tratta dall’Asinara di Tito Maccio Plauto:
<<Lupus est homo homini, non homo quom qualis sit non novit>>
Il concetto, ripreso poi dal filosofo inglese Hobbes, si sposa in pieno con ciò che sta accadendo in questi ultimi giorni. L’egoismo umano, mosso dall’istinto di sopravvivenza è senza ombra di dubbio la peggiore forma di violenza che si possa perpetrare. Danneggiare l’altro solo per proteggere i propri dati sensibili, per paura della caccia agli untori, fa pensare che millenni di storia, al genere umano, non hanno proprio insegnato nulla, se una frase di Plauto risulta ancora così straordinariamente attuale.
La Redazione – Cinisi Post