“Ho visto cose che voi umani…” diceva Roy Batty in “Blade runner” ed io ho deciso di prendere questa frase in prestito, per raccontare qualcosa che, sembra davvero fantascienza, ma che purtroppo fantascienza non é.
Sanità e tempismo.
Nello specifico, mi riferisco all’ambiente sanitario. Per niente semplice, agevole, snello, veloce. Anzi. Un’odissea continua per pazienti, familiari, caregiver, ma anche per gli addetti ai lavori, che spesso si ritrovano a sapere le novità dai pazienti stessi.
Regole su regole, il più delle volte assurde; notizie che cambiano nel giro di pochi giorni, tempi d’attesa estenuanti, procedure differenti nonostante la Regione sia la stessa.
Un esempio? Io stessa, disabile dalla nascita, che dopo 8 anni dall’ultima richiesta, ho avuto l’esigenza di cambiare la sedia a rotelle.
Contatto la fisiatra e, nel frattempo, trovo la sedia a rotelle adatta a me. Allora, senza aspettare oltre, metto subito in contatto Dottoressa e fornitore, per dare il via alla procedura di “acquisizione” per carrozzina e propulsore. Siamo a Settembre 2022.
Passano i giorni, le settimane e tutto tace. Finché, un giorno io, che per inciso, di pazienza ne ho già avuta anche troppa, vengo informata dalla specialista che, oltre al primo preventivo richiesto ed allegato alla domanda già presentata, é necessario un secondo preventivo, anche della stessa ditta, perché l’Asl doveva fare la gara d’appalto.
Attenzione! Quando dico “Ho visto cose che voi umani…” é perché il fornitore stesso mi ha confidenzialmente informata del fatto che la gara d’appalto se l’era aggiudicata proprio la sua ditta, quindi, va da sé che questa richiesta sembra essere alquanto assurda.
Fatto sta che viene fatto quanto richiesto, ma ancora oggi che siamo quasi alla fine dell’anno, sono ancora in attesa.
Ho visto cose che…l’attesa aumenta il desiderio.
Tre mesi.
Tre mesi solo per avere tutta la documentazione (che sto ancora aspettando), per poter ritirare sedia a rotelle e propulsore nuovi. Assurdo, no?
Fortunatamente, notizia di pochi giorni fa, sembra che la storia stia per volgere alla fine, infatti dovrei ricevere tutti gli incartamenti per posta nel giro di pochi giorni. Forse (aggiungo io).
Tutto questo per raccontare che, alla fine, a rimetterci é solo l’utente, paziente “di nome e di fatto”, schiavo di procedure e tempistiche assurde.
Il problema grave é che queste tempistiche, a volte, e fortunatamente non é il mio caso, possono costare anche la vita. E di esempi, purtroppo, ne sentiamo parlare quasi quotidianamente.
E più si va avanti, più la situazione sembra peggiorare. Ho l’impressione che la frase “Ho visto cose che voi umani…” la pronuncerò ancora molto spesso. Voi che dite?
Benvenuti all’ “Ufficio Complicazioni Affari Semplici” chiamato Italia!
Silvia Evangelisti – PalermoPost
Articolo che lascia con l’amaro in bocca, e con tanta rabbia. Che se ne parli di queste cose, sempre, a tamburo battente. La parola vergogna non basta in questi casi. Soprattutto perché per tante altre cose, indiscutibilmente futili al confronto, tutto fila come un orologio svizzero. Complimenti per la pubblicazione.