Dopo Orlando. Parla Antonio Rubino (PD)

Redazione
da Redazione
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Abbiamo incontrato, Antonio Rubino, componente della segretaria del Pd siciliano e leader di Left Wing, al quale abbiamo chiesto il profilo dell’uomo o della donna per il dopo Orlando

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Che candidato sindaco serve per la città?

Il prossimo candidato Sindaco, a mio avviso, deve avere due caratteristiche: essere un “autentico politico” ed essere visceralmente innamorato di Palermo.  La città si amministra con amore, con grande competenza e con un portafogli di relazioni regionali, nazionali e internazionali da mettere al servizio dei palermitani. Occorre visione, lucidità ed autorevolezza. Proprio ieri, passando dalla costa SUD della città, pensavo a quale straordinaria fonte di sviluppo e opportunità potrebbe essere quel tratto di mare. Un sindaco che restituisca il sogno, che faccia uscire dall’abitudinarietà del “tutto va male”; Dobbiamo tirare fuori la città dall’abitudine proiettarla al futuro, restituirle speranza e capacità di pensare in grande.

Insomma, per certi versi sembra dipingere un Leoluca Orlando anni ‘90? 

Quest’anno si chiuderà un’epoca iniziata alla fine degli anni ottanta quando la faccia della nostra città era molto diversa da quella attuale.  Leoluca Orlando è stato l’artefice principale del cambiamento di Palermo, del suo riscatto morale e del rovesciamento degli stereotipi che la caratterizzavano. Ma come tutte le epoche, belle o brutte, anche questa si è conclusa ed una classe dirigente, degna di questo nome, ha il dovere di costruire il dopo e non correre il rischio di trovarsi a “rimpiangere i tempi di” facendo diventare la nostalgia l’unica categoria di dibattito politico.

Lavoro e investimenti al primo punto?

Assolutamente, ma investimenti sensati e che favoriscano le inclinazioni proprie della città. Ed è proprio per questo che mi convince molto il progetto di mobilità, dal tram all’anello ferroviario, alle pedonalizzazioni di vaste aree. Dico questo non pensando solamente ai palermitani ma anche ai turisti che, arrivando dall’aereoporto, potranno muoversi con facilità come in tutte le capitali europee. Una città pulita, bella e facile. Investiamo su questi tre aggettivi e facciamoli diventare volano per tantissime opportunità di lavoro.

Scusi, in che senso facile?

Facile per muoversi, facile da abitare, facile per fare impresa, insomma, facile da vivere.

Non ho capito come si pone con l’attuale amministrazione. Siete in maggioranza?

Il PD deve uscire, una volta per tutte, dall’ambiguità che lo contraddistingue ormai da troppo tempo. Noi abbiamo sostenuto l’attuale amministrazione ma ad oggi ho difficoltà a capire se siamo maggioranza o opposizione, se siamo amici o avversari. Leggo di stupefacenti percorsi per le prossime elezioni che non vanno oltre gli slogan e se poi mi giro vedo che parte dei nostri ipotetici alleati sono parte integrante di questa esperienza amministrativa.

Credo che occorra maggiore chiarezza e più coraggio di dire come la si pensa. Il galleggiamento tattico, il ”dentro-fuori”, il non scontentare nessuno, anche dentro il partito, è roba che entusiasma il ceto politico ma che ci allontana dai palermitani.

Con Letta sembra che si sia rallentato il progetto di un’alleanza strategica con i 5 stelle a Roma. A Palermo, proverete a stare insieme?

Spero di capirlo quanto prima. Al momento leggo dai giornali proclami intenzionali e sono preoccupato perché una coalizione, un programma e un candidato non si costruiscono in una settimana. A maggior ragione se, con i nostri ipotetici alleati, ci sono profonde differenze da colmare. Forse sarebbe il caso di uscire dal Risiko e restituire alla politica il suo ruolo.

Qualcuno parla di Primarie. Lei che ne pensa?

Sono uno degli elementi fondativi del Partito Democratico, credo nello strumento e penso che possano essere occasione di confronto, di allargamento e di partecipazione. Aiutano ad organizzare un processo aperto, largo e non chiuso nelle segrete stanze. Forse occorrerebbe abbandonare l’ipocrisia del “che schifo le correnti”, frase spesso utilizzata da qualche portavoce di una di esse e mettere in campo gli strumenti veri che aiutano a superare la cristallizzazione del Pd e più complessivamente del campo progressista.

È una critica al suo partito?

E’ il mio pensiero e non ha la pretesa di essere altro. Il dibattito sul partito, sulle sue scelte e sulla sua gestione sarà oggetto del confronto negli organismi che mi auguro possa avvenire presto perché se c’è una cosa che non ci aspetta è il tempo.

Redazione Palermo Post

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