Commemorazione a Cinisi per l’80° anniversario dell’assassinio del Brigadiere dei Carabinieri Guerrino Miglioranzi, Medaglia d’Argento al Valor Militare. Presenti autorità e familiari.
Un silenzio carico di commozione e rispetto ha avvolto questa mattina Cinisi, nel punto esatto in cui, ottant’anni fa, il giovane Brigadiere dei Carabinieri Guerrino Miglioranzi veniva vilmente assassinato. La comunità locale, insieme alle massime autorità civili, militari e religiose, e ai familiari del decorato giunti da Villafranca di Verona, si è riunita per commemorare il sacrificio di un eroe di soli 27 anni, caduto nell’adempimento del dovere e insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria.
Memoria e Unione: la Cerimonia tra Cinisi e Villafranca sull’Altare del Ricordo
La cerimonia si è svolta all’angolo tra via San Pietro e via Domenico Giunta, il luogo preciso dove la sera del 16 aprile 1945 si consumò la tragedia. Qui è stata deposta una corona d’alloro in omaggio al Brigadiere Miglioranzi, un gesto simbolico per onorare la sua memoria e il suo estremo sacrificio. La partecipazione è stata sentita e numerosa. Accanto ai familiari del giovane eroe, erano presenti il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Palermo, Generale di Brigata Luciano Magrini, la Sindaca di Cinisi, Dott.ssa Vera Abbate, e il Sindaco di Villafranca di Verona (città natale di Miglioranzi), Dott. Roberto Ruta Dall’Oca.
La presenza congiunta dei due primi cittadini ha voluto sancire e rafforzare un legame profondo tra le due comunità, geograficamente distanti ma unite da un dolore che, a ottant’anni di distanza, si trasforma in memoria condivisa e in un’affermazione di coraggio. Presenti anche altre autorità, una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo delle Sezioni di Carini e Capaci, e, significativamente, un gruppo di studenti dell’Istituto “Tenente Anania” di Cinisi, a testimoniare l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori di onore, responsabilità e servizio incarnati dal Brigadiere Miglioranzi. Il solenne momento di preghiera è stato officiato da Don Antonio Ortoleva, Arciprete di Cinisi, seguito dalla toccante lettura della “Preghiera del Carabiniere”.
“Schiavo del Dovere”: il Sacrificio del 1945, Esempio Luminoso Oggi
Al termine del raccoglimento, è stata data lettura della motivazione con cui fu conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Di notte in servizio nell’abitato con dipendente Carabiniere per la ricerca di pericolosi malfattori, imbattutosi in una strada angusta con tre di essi, li affrontava coraggiosamente, incurante del grave pericolo cui si esponeva. Fatto segno a breve distanza. A colpi di pistola, rispondeva decisamente al fuoco, fino a quando, colpito mortalmente, si abbatteva al suolo, ove poco dopo spirava. Bell’esempio di eroismo e di profonda dedizione al dovere. Cinisi (PA), 16 aprile 1945”.
Parole che rievocano la drammatica sequenza di quella sera. Miglioranzi, nato il 30 maggio 1917 a Dossobuono di Villafranca (VR) e assegnato alla Stazione di Cinisi, stava indagando su una rapina avvenuta giorni prima. Avendo avuto indicazioni sul nascondiglio della refurtiva, si incamminò con un collega per recuperarla. Intorno alle 21:00, all’incrocio tra via Giunta e via San Pietro, i due militari notarono tre individui sospetti. All’intimidazione dell’alt, i malviventi si nascosero e aprirono il fuoco, colpendo mortalmente il Brigadiere, che riuscì a rispondere al fuoco prima di cadere. Morì durante il trasporto in caserma.
Il Comandante della Stazione dell’epoca lo descrisse così: “Intelligente, istruito e coraggioso, schiavo del dovere […] rispondeva che la sua vita non gli importava perché voleva togliere dalla società chi la disonorava”. Toccanti anche le parole del Generale Magrini oggi, che ha ricordato il Brigadiere come “un eroe che ha perso la vita per il Bene della collettività” e che “oggi rappresenta, per noi tutti, un modello al quale ci ispiriamo, quotidianamente”. Ha poi sottolineato come la sicurezza si realizzi non solo con il lavoro delle Forze dell’Ordine, ma anche con l’impegno delle autorità e dei cittadini nel combattere la cultura mafiosa e omertosa.