È morto Maurizio Zamparini, ex presidente di Palermo, il più grande della storia del club rosa nero, nel bene e nel male con alterne fortune è stato l’unico a fare toccare le vette del calcio che conta al Palermo. Zamparini aveva 80 anni, ed è deceduto questa notte nella clinica di Cotignola, in provincia di Ravenna, dove era ricoverato da qualche giorno. A Natale l’ex patron rosa nero era stato ricoverato in terapia intensiva, a Udine, operato d’urgenza per una peritonite. Dopo qualche giorno era tornato a casa, ma le sue condizioni avevano consigliato un nuovo ricovero.
Zamparini aveva acquistato il Palermo dopo essere stato presidente del Venezia. Con lui il club siciliano ha raggiunto la promozione in serie A dopo trent’anni, e poi una storica qualificazione in Coppa Uefa e in Europa League. Alla corte di Zamparini hanno vestito la maglia rosa nero calciatori del calibro di Luca Toni, Barzagli, Zaccardo, Grosso, Amelia e Barone (campioni del mondo con l’Italia del 2006). Gli uruguayani Cavani ed Hernandez e gli argentini Pastore, Dybala e Vazquez e ancora Miccoli, Balzaretti, Kijaer, Ilicic e tanti tanti altri.
Zamparini è stato un presidente amato e odiato, soprattutto quando il Palermo è stato coinvolto in vicende giudiziarie arrivando al fallimento. Un mangia allenatori che alla propria corte ha avuto maestri del calcio come Delio Rossi, Guidolin, Gasperini e tanti altri. Il Presidente ha avuto sempre un rapporto conflittuale con un pezzo di città e di tifoseria. É andato via da Palermo senza far pace con la città e i tifosi, quasi scappando e lasciando un pessimo ricordo di se. Oggi credo che il popolo rosa nero debba e possa far pace con la memoria di un grande uomo di calcio. Salutiamo per l’ultima volte il Presidente dell’indimenticabile U.S. Ciità di Palermo, la cui storia non può essere sovrapposta al Palermo FC, un’armata brancaleone che ha ancora tutto da dimostrare, e lo facciamo con le parole del caro Rino Foschi: “E’ morto un fratello. Per me lui era questo. Zamparini mi ha insegnato tanto, noi due eravamo una cosa sola. Dopo la morte del figlio lui si è lasciato andare, piano piano. È stata una perdita troppo dolorosa, lui non ha retto. Ci siamo sentiti di recente, ma solo via messaggi, ci eravamo ripromessi di vederci presto”
Simone Di Trapani – Palermo Post