Carini. confiscati i beni di Benedetto Pipitone

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Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa “Cosa nostra”, svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, avevano già portato, rispettivamente, nel giugno e luglio del 2020 all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica, di un provvedimento di sequestro beni a carico Benedetto Pipitone, nato a Palermo il 29.08.1974.

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Gli odierni provvedimenti hanno consentito di confiscare, in primo grado, un patrimonio, quantificabile in circa duecentomila di euro, riconducibile alla famiglia di “Cosa nostra” che per anni ha controllato il territorio carinese. Benedetto Pipitone, era stato tratto in arresto nell’operazione denominata “Destino” con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Carini, riportando una condanna di primo grado a sette anni di reclusione, confermata dalla locale Corte d’Appello, per i delitti di estorsione aggravata in concorso, di incendio, uccisione di animali, detenzione e porto illegale di arma da fuoco e favoreggiamento reale, annullata parzialmente dalla Corte di Cassazione per quanto riguarda i reati di estorsione aggravata e di favoreggiamento reale.

Oggi arriva il provvedimento di confisca ha riguardato i seguenti beni, del valore complessivo di circa 200.000 euro, nello specifico sono due fabbricati quasi completamente diroccati siti in Carini (PA); un appezzamento di terreno sito in Carini (PA); e sei rapporti bancari.

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