Caravella Portoghese. Avvistata a Lampedusa la pericolosissima specie oceanica

Redazione
da Redazione
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Ricorda una caravella a vele spiegate, da qui il nome caravella portoghese. Un organismo dal fascino indiscutibile che galleggia sulla superficie marina. Sembrerebbe una medusa, ma non lo è. Appartiene ai sifonofori, idrozoi invertebrati che vivono negli oceani, nutrendosi di piccoli crostacei e pesci che catturano grazie ai loro tentacoli velenosissimi.

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La caravella portoghese è predata dalle tartarughe marine, che grazie allo spessore della loro pelle sono immuni al veleno. E proprio a largo di Lampedusa, uno dei paradisi delle tartarughe c’è stato il secondo avvistamento nel canale di Sicilia in meno di 20 giorni.

A fotografare l’affascinante e pericolosissimo esemplare è stato il personale Area Marina Protetta Isole Pelagie durante l’attività di monitoraggio in mare. L’avvistamento è stato quindi segnalato tempestivamente ai ricercatori Ispra di Palermo.

La caravella portoghese è una specie molto pericolosa originaria dell’Oceano Atlantico. E’ caratterizzata dalla presenza di una sacca galleggiante (pneumatoforo) e da tentacoli urticanti lunghi anche decine di metri, il cui contatto può provocare danni molto seri.

Questa specie è responsabile ogni anno di oltre 10.000 punture sull’uomo in Australia. Le punture della caravella portoghese causano solitamente forte dolore nell’uomo, lasciando ferite simili a frustate, segno dei velenosissimi tentacoli. Oltre le ferite e il dolore i veleni possono causare anche shock anafilattico, febbre e interferenze con le funzioni cardiache e polmonari, fino a causare la morte. Sebbene sia un evento molto raro.

Gli avvistamenti della caravella portoghese in Sicilia sono preoccupanti. Per cui in caso di avvistamento in marev a segnalata la sua presenza all’AMP o alla email dedicata alien@isprambiente.it con documentazione fotografica o video.

Redazione – PalermoPost

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2 Commenti
  • Bell’articolo, ma non chiamatele punture, che sono “piccole ferite per lo più poco profonde prodotte da oggetti sottili e appuntiti”. Sono ustioni o urticazioni. Le parole sono per un giornalista come gli strumenti per un chirurgo: il professionista bravo usa quelle giuste.

    • Gentilissimo Carlo, grazie per il commento, apprezziamo ogni critica perché la consideriamo uno stimolo per crescere, ma nei tentacoli dei sifonofori sono presenti migliaia di nematocisti, microscopici pungiglioni che attraverso punture inoculano i veleni

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