La figlia della Lupa è il primo romanzo di Barbara Aversa, bookinfluencer nota sui social come Missparklingbooks. Ambasciatrice della lettura, insegnante e scrittrice, da sempre impegnata nell’ambito giornalistico e come content creator, Barbara Aversa ha pubblicato diversi racconti per riviste noir. Nel 2008 vince il Premio Subway di Roma (riconoscimento dedicato alle creatività letterarie della città), con il racconto introspettivo “Diario di una ragazza”, che affronta il tema dell’anoressia. Oggi si propone con un romanzo femminile, coinvolgente ed emozionante.
È difficile incastonare La Figlia della Lupa in uno specifico genere letterario. Il romanzo apre una finestra sulla vita e l’emotività di alcune donne che, nell’arco di circa 70 anni, vivono esperienze e prendono decisioni che finiranno per influenzare e far incrociare il loro destino. Donne forti, donne sognatrici, donne avide, donne emotivamente fratturate; madri, figlie, sorelle e amiche che rappresentano tutte le sfumature di quella femminilità che cerca di sopravvivere in epoche e ambienti differenti. In questo senso potremmo definire La Figlia della Lupa un romanzo di formazione: non esiste una voce narrante né un’unica protagonista. Il lettore è chiamato a vivere in prima persona, attraverso una visione soggettiva, tutte le situazioni vissute delle protagoniste, sentendo nascere dall’interno quelle emozioni e queisentimenti, che porteranno alla loro evoluzione e maturazione.
Ma La Figlia della Lupa è anche un Thriller Drammatico che ha inizio con un evento misterioso, a partire dal quale Barbara Aversa costruisce i suoi personaggi. Pagina dopo pagina, epoca dopo epoca, l’autrice delinea i caratteri, crea azione e suspance, inserendo qua e là indizi per districare la trama e risolvere il mistero. Grazie alla narrazione soggettiva il lettore non ha altre informazioni se non quelle ottenute dai personaggi; ci si ritrova così a vivere tante vite quante sono le donne protagoniste, ma più che entrare in empatia con loro, si finisce per identificarsi, e condividere con loro una suspance che crea ansia. Non c’è scampo: letto il primo capitolo, La Figlia della Lupa ti trasforma in un lettore compulsivo e come di fronte ad una avvincente Serie-TV, è impossibile “mettere in pausa”.
A fare da contorno dell’universo femminile protagonista del romanzo, Barbara Aversa inserisce una serie di personaggi maschili, forse di secondo piano ma non per questo meno importanti. Sono fratelli, padri e figli; “variabili” spesso indecifrabili, che influenzano le esistenze delle donne, modificandone il percorso di vita. Non li conosciamo in prima persona, ma attraverso il filtro emozionale delle donne. Ma non per questo La Figlia della Lupa deve essere considerato un romanzo per sole donne. È uno spaccato sulla femminilità e sul suo caleidoscopio emozionale, dal quale i lettori “uomini”potrebbero ricavare interessanti suggerimenti.
La Figlia della Lupa è un romanzo che consiglio vivamente anche ai più giovani, per capire come la figura della donna si è emancipata nel corso delle ultime due generazioni. Nella provincia italiana contadina di metà 900, la dote della donna e il lavoro sicuro di un uomo erano gli unici due requisiti essenziali alla base delle unioni matrimoniali. La donna forte, che mostrava il suo carattere e, sconfinando nel mondo maschile, prendeva le proprie decisioni verso l’autonomia, era chiamata “Lupa”. Percepita come un pericolo, come un affronto ai buoni costumi, era isolata e relegata ai confini della comunità. Nel romanzo di Barbara Aversa La Lupa è una sola, ma forse oggi, contro tutti gli stereotipi, le incertezze e le paure, tutte le donne sono La Lupa.
Elena Di Maio – Palermo Post