Non si rassegnano all’ipotesi del suicidio i familiari di Massimo Melluso, conosciuto come Alessio, trovato impiccato ad una trave lo scorso 26 Giugno a Ventimiglia di Sicilia in provincia di Palermo. Alessio era un giovane pieno di passioni ed innamorato della vita, 32 anni originario di Villaricca in Campania, viveva con il fidanzato a Ventimiglia di Sicilia, dove allevava conigli ariete e restaurava Barbie.
La vita di Alessio Melluso a detta delle madre, delle sorelle e del fratello era una vita del tutto normale, per la quale era davvero impensabile un epilogo come suicidio. Una vicenda che per la madre Maria Vincenzino e i familiari ha troppi lati oscuri da chiarire.
Ospite del programma “Chi La Visto?” la famiglia ha chiesto che sia fatta l’autopsia sul corpo di Alessio, una prassi che per la verità in casi come questo sarebbe dovuta essere doverosa.
”Amava ciò che faceva, i suoi conigli, l’allevamento, le barbie. Lui oltre che un collezionista era anche un restauratore, amava prendere una barbie che era da buttare e ridargli vita” afferma la sorella Annamaria ai microfoni della trasmissione di Rai 3, con la voce spezzata dal pianto. Ma l’attività principale del giovane era l’allevamento di conigli ariete, per il quale si era trasferito un anno prima della sua morte a Ventimiglia di Sicilia, un piccolo paese del palermitano.
Le sue attività erano pubblicizzate attraverso i profili social, costantemente aggiornati fino agli ultimi giorni della sua vita. Pochi giorni prima della scomparsa aveva anche confidato alla cugina di voler sposare il proprio compagno. Insomma una vita che si proietta al futuro, un amore, passioni e lavoro che andavano bene, niente che potrebbe far pensare lontanamente ad un malessere tale da portare al suicidio.
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri della stazione di Ventimiglia il giovane di Villaricca si sarebbe tolto la vita impiccandosi alle travi al secondo piano del capannone dove allevava conigli. All’arrivo dei militari, però, il corpo di Alessio era già a terra, perché a rinvenirlo era stato il fidanzato che aveva tagliato la corda e chiamato il 112.
Una tesi alla quale i parenti di Alessio Melluso non riescono proprio a credere. Troppo pieno di vita, di amore per il fidanzato e per quello che faceva, senza mai lasciare trapelare malessere ai propri cari, che sentiva con regolarità.
Per questa ragione da mesi la famiglia del giovane continua a chiedere che venga fatta l’autopsia sul cadavere del loro compianto. Quello di Alessio è un caso mai aperto, ma con troppe ombre per non guardarci dentro con attenzione.
Redazione – Palermo Post