A quattro ore dall’apertura ufficiale – fissata alle 7 del mattino con possibilità di voto fino alle 23 – sarebbero ancora numerose le sezioni in cui mancano i presidenti di seggio. Non si possono avviare le operazioni di conta, validazione e firma delle schede elettorali e, dunque, aprire al voto degli elettori. Numerosi quelli che si sono presentati ai seggi e non hanno potuto esercitare il diritto di voto. Diverse le sezioni senza presidente soprattutto nei quartieri popolari da Borgo Vecchio a Borgo Nuovo, a Cruillas, nel centro storico, nel quartiere Zen 2, ecc ecc.
Insomma, laddove questo “mestiere” è più pericoloso. Ormai appare chiaro che il voto a Palermo è comunque falsato e l’unica cosa saggia da fare sarebbe annullare, commissariare e creare una struttura in grado quanto meno di garantire la democrazia nella nostra città. Le responsabilità come sempre in questi casi si rimpallano, quando è così sono di tutti e di nessuno. Ecco perché la toppa rischia di essere peggio del buco.
Presidenti di seggio rinunciatari denunciati dal comune
Dal comune fanno sapere di aver denunciato alla procura i presidenti che hanno rinunciato, noi vorremmo tanto capire per quale arcano motivo un essere umano non è libero di fare una scelta. Esponenti di centrodestra accusano il comune di aver sottovalutato la finale playoff. E ancora ci chiediamo cosa c’entra una partita di calcio con l’emorragia di presidenti di seggio? Hanno rinunciato tutti per andare allo stadio? E come mai solo dai quartieri popolari? Dal centrosinistra la proposta dissennata di far votare tra una settimana laddove i seggi sono chiusi, modello elezioni spezzatino.
Arresti, nubi fosche sulla democrazia cittadina e adesso il caos nei seggi. Tutto questo non è tollerabile, a prescindere dalla responsabilità dei singoli. Siamo oltre il limite, se poi pensiamo che migliaia di persone non hanno potuto votare a causa del covid, visto che non si sono potute registrare su un sito hackerato fino a ieri, allora la frittata è fatta.
Fermiamoci, ripristiniamo la minima forma di civiltà per garantire elezioni libere e democratiche, facendo anche completare il lavoro alla magistratura che indaga sul voto di scambio e poi rechiamoci alle urne, tra 18 mesi non tra sette giorni.
Simone Di Trapani – Palermo Post