Al primo week end di bel tempo in tanti hanno deciso di trascorrere le giornate di sole fuori dal caos della città all’aria aperta in campagna piuttosto che al mare, facendo magari il primo bagno stagionale ed in tanti si sono messi in marcia sull’A29, la Palermo Mazara del Vallo, una delle più antiche autostrada della Sicilia.
L’arteria che collega Palermo a Mazara del Vallo, a Marsala e a Trapani, oltre che all’aeroporto internazionale Falcone Borsellino era stata concepita per un traffico veicolare tre, quattro volte inferiore rispetto a quello che oggi percorre giornalmente il tratto di A29 limitrofo al capoluogo regionale. Comuni come Capaci, Carini (con la sua ampia zona industriale), Cinisi e Terrasini si sono notevolmente ingranditi rispetto a quando è stata concepita l’autostrada.
l’A29 è assolutamente inadeguata al traffico contemporaneo in entrata e in uscita dalla metropoli. La carreggiata è strettissima, la corsia d’emergenza in alcuni punti quasi non esiste, gli svincoli, in particolar modo quello di Capaci e quello di Carini sono inadeguati e molto pericolosi, così come l’ultimo tratto tra Capaci e Palermo con quelle sue gallerie teatro più volte di gravi incidenti stradali.
Lo abbiamo detto tante volte e lo ribadiamo ancora, che l’autostrada che collega l’aeroporto della quinta città d’Italia al centro cittadino non può che essere ripensato e ricostruito e ci fa specie che nessuno avendo a disposizione i fondi del PNRR abbia pensato di modernizzare l’arteria stradale più importante dell’area metropolitana palermitana. È così come tante altre domenica ci si ritrova in A29 ad affrontare una coda lunga più di 10km che parte dallo svincolo dell’aeroporto Falcone Borsellino ed arriva fino allo svincolo di Mondello – Tommaso Natale, primo ingresso in Città. Ore in coda con il traffico andato letteralmente in Tilt, le ambulanze che passano con difficoltà, la stradale che prova a tenere libera la piccolissima corsia d’emergenza e decine di migliaia di palermitani rassegnati a percorrere 10-15 km di strada in una o due ore di tempo.
Roberta D’Asta – Palermo Post