Ai tifosi del Palermo non manca certo la pazienza, abituati, come siamo, a soffrire calcisticamente per lunghi tratti della nostra lunga storia. Anche se quel periodo di permanenza nella colonna sinistra della classifica di serie A, tra il 2004 e il 2011, ci aveva abituato a vivere il calcio in modo differente. Fino a ripiombare 5 anni fa in un vero e proprio incubo sportivo.
Da lì comincia un’altra storia, l’ennesima ripartenza dell’araba fenice Palermo FC. E ci eravamo anche illusi, da veri romantici di un calcio che non c’è più, abbiamo cercato di auto-persuaderci che a farci risorgere definitivamente sarebbe stato uno dei nostri capitani più iconici, come in un film a lieto fine sarebbe stato lui a riportarci in Serie A. Abbiamo immaginato Corini portato a spalla dai suoi calciatori eroi, sotto la stessa Curva 20 anni dopo, per festeggiare l’ennesima impresa con i vecchi Warriors e la nuova generazione di Ultrà. Esiste modo migliore per tornare nell’élite del calcio italiano?
Pur di potere vivere queste emozioni insieme, abbiamo perdonato e dimenticato il finale della scorsa stagione, perché in fondo eravamo appena stati promossi, perché la rosa non era stata scelta dall’allenatore, perché il progetto per fare un grande Palermo era appena iniziato e ci vuole tempo per costruire …. perché … perché … perché, ce ne siamo raccontati tanti di perché. Ma in verità il nostro bisogno di stabilità e la gloria che abbiamo assaporato fino a 10 anni fa hanno chiuso i nostri occhi. Solo che adesso non possiamo più ignorare quello che sta avvenendo dentro e fuori dal campo di gioco, non può farlo neanche il sognatore più fervente.
Dal cuore di Mirri all’impersonale proprietà calcistica del City Group
Dopo la penalizzazione di 20 punti inflitta al Palermo alla fine del 2019, la società non ha avuto altra scelta che dichiarare il suo fallimento per l’impossibilità economica di iscriversi al campionato di serie B. La palla per la creazione di un nuovo Palermo, che potesse ripartire dalla serie D, andò all’allora sindaco Orlando, che non ci pensò due volte ad affidare il titolo sportivo a Dario Mirri e Antonino Di Piazza che si misero in gioco acquisendo il club con la loro società Hera Hora S.r.l. Si ripartì l’1 settembre 2019 da Marsala – Palermo in serie D e fu un inizio con il botto 10 vittorie di fila, record eguagliato, ma ancora imbattuto. Poi una crisi ed un Savoia sempre più vicino al Palermo fino all’inizio della Pandemia da Covid, il lockdown, campionato sospeso, classifica congelata e Palermo promosso in Lega Pro. Un anno di transizione, il 2020/21, quasi surreale con tutti gli stadi vuoti per le restrizioni da Covid 19. Di quella stagione ricorderemo il Goal di Santana a Catania, con la sua pittoresca esultanza, e poco altro. Sarà l’anno successivo quello della stagione 2021/22 ad emozionare un’intera città grazie a Silvio Baldini che dalla panchina rosanero ha saputo entrare nel cuore di tutti i tifosi. Conquistando la promozione con la finale playoff vinta contro il Padova.
Siamo in B ed il 4 luglio 2022 arriva l’ufficialità, il Palermo diventa di proprietà del City Football Group dello sceicco Saudita Mansour. La città è in delirio e si sogna già la serie A, guidati ancora dal nostro straordinario condottiero Baldini. Ma passa poco tempo che arriva il primo fulmine a ciel sereno, l’amatissimo Baldini si dimette e lo fa con parole che lasciano intendere che non è tutto oro quello che luccica: “Continuerò a vivere qui, morirò qui. Ma tra i soldi e la dignità scelgo la dignità”.
Messo da parte per il fatto di essere “pazzo”. Alla pazzia e a lui stesso si attribuì la colpa delle dimissioni.
In effetti, di chi ci si può fidare di più, di un allenatore fantastico che era riuscito a portare un Palermo raffazzonato alla promozione o della nuova Grande Società e della auspicata iniezione di milioni e promesse di gloria? La risposta fu scontata: sono arrivati adesso facciamoli lavorare, sanno quello che fanno.
Alla ricerca di un nuovo allenatore all’altezza della sfida, il City Football Group ha deciso di affidare la squadra e le speranze dei tifosi a Eugenio Corini e al DS Rinaudo, che tanto male fece a Cremona. Ed ecco la seconda domanda: su quali basi è stata fatta questa scelta? È stato un Algoritmo o quale altra ragione?
Brescia-Lecce-Brescia… Palermo. Gli ultimi quattro anni della carriera di Corini sono costellati da qualche alto, ma soprattutto da notevoli bassi. Bassi che somigliano stranamente a quello che sta succedendo e a quello che è successo l’anno scorso al Palermo.
Brescia, 2019 : 7 punti in 10 partite a novembre.
Lecce, 2021 : dopo un periodo di 6 vittorie consecutive, la squadra si blocca vincendo solo 2 partite nelle ultime 6 e perdendo la promozione con il Venezia (vi ricorda qualcosa?).
Per cui non è spiegabile che sia stato scelto per le sue prestazioni, troppo basse per allenare una squadra con le ambizioni del Palermo, né è sufficiente la motivazione che era (e sottolineo era) amato dai tifosi come giocatore. Mi sembra una decisione poco professionale e senza fondamenta logiche.
Quali sono i piani del City Group per il Palermo FC?
A chi non è stato chiesto almeno una volta durante un colloquio di lavoro “Dove si vede tra 5 anni?”. Ebbene, questo concetto è ancora troppo poco chiaro per il Palermo. In realtà, il City Football Group non ci ha mai promesso la promozione diretta per Serie A, né lo scorso anno, né in questa stagione. In sostanza, la loro unica promessa è stata quella di non scendere sotto la quinta posizione. Ambizione che non è stata esplicitata neanche dall’azionista di minoranza Dario Mirri, ma è stato lo stesso Corini a definire l’obiettivo. Col famoso “godetevi il percorso”, durante una conferenza stampa nella quale ha sottolineato che siamo un club piccolo che ha soltanto vinto la serie B due volte gli ultimi 50 anni, si è tolto sassolini dalle scarpe offendendo molti tifosi, che sarebbero dei falsi che gli “hanno rotto le scatole”. Conferenza stampa dopo conferenza stampa ci si chiede perché mandare davanti le telecamere un uomo incapace di ammettere i propri errori, che divide e non sa comunicare? Che tipo di società sacrifica un allenatore in difficoltà sulla pubblica piazza, quando basterebbe una semplice, ma efficace comunicazione per chiarire le cose?
Possedere 12 club di calcio in 12 Paesi e realtà diversi è davvero fattibile ad alti livelli? Per quanto potente sia lo sceicco Mansour, una società deve per forza scegliere i suoi maggiori investimenti nei paesi che considera più importanti. Inghilterra, Spagna e Stati Uniti?
Una sola cosa è certa: la mancanza di una comunicazione sincera e trasparente con la città denota due ipotesi preoccupanti:
1- Siamo davvero insignificanti agli occhi della Società e prenderanno posizione solo, se e quando si raggiungeranno gli stessi risultati disastrosi del Troyes.
2- Hanno sbagliato tutto il management rosanero ed è troppo complicato venirne a capo adesso.
Può Corini ribaltare la situazione nelle prossime due partite contro Catanzaro e Parma?
In teoria, ovviamente sì. La palla è pur sempre rotonda. Nei fatti è quasi impossibile. Diciamolo, ha perso lo spogliatoio da tempo. Ha perso anche i tifosi, compresa la Curva Nord, che è da prendere sul serio. Inoltre, voci abbastanza attendibili riferiscono di faide interne tra giocatori, pro e contro Corini. I primi si dice che beneficiano di una sorta di immunità dalla panchina, anche quando le prestazioni sono molto al di sotto delle aspettative, i cosiddetti intoccabili. Gli altri accusano il tecnico di aver minato la loro carriera a causa della sua testardaggine tecnica di attenersi ad un noioso schema 4-3-3, che non lascia spazio ai nuovi arrivati e ai calciatori estrosi. A questo quadro desolante si vanno ad aggiungere i numerosissimi infortuni, segno di una preparazione fisica fatta in modo poco adeguato.
A questo punto, mentre Corini mi sembra un pollo senza testa che cerca di evitare i proiettili che gli arrivano da ogni parte, bisognerebbe riflettere sulle vere preoccupazioni per il nostro amato Palermo. Che direzione vuole intraprendere il City Football Group, la società è disposta ad interrompere il silenzio per chiarirsi con la città e la tifoseria? In fondo i tifosi del Palermo sono pazienti, siamo disposti a fare un altro anno di purgatorio in serie B, purché ci sia chiarezza e rispetto per la nostra storia da parte della società.