La guardia di finanza del comando di Palermo smantella una rete di spaccio tra lo zen 2 e Carini. L’operazione é stata portata a termine su delega della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione distrettuale antimafia.
I finanzieri del comando di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip nei confronti di 9 persone, 6 destinatari di custodia cautelare in carcere e 3 ai domiciliari, indagati a vario titolo per spaccio di sostanze stupefacenti.
Sono stati sequestrati beni per 200 mila euro. L’operazione chiamata ‘Africo’, condotta dagli specialisti della Sezione antidroga del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle di Palermo tra l’inizio del 2018 e la metà del 2019, ha permesso di far luce su uno strutturato e proficuo commercio di diverse tipologie di sostanza stupefacente nel comprensorio di Carini e nel quartiere ‘Zen 2’ di Palermo.
Nel corso delle investigazioni, svolte con l’ausilio di video riprese, intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato possibile ricostruire l’operatività criminale degli indagati, che si sarebbero riforniti di cocaina, hashish e marijuana una vera e propria piazza di spaccio tra lo zen 2 e Carini. Nel quartiere palermitano ‘Zen 2’ ci si riforniva, per poi smistare quotidianamente nella cittadina carinese.
Nel corso delle indagini sono stati eseguiti numerosi interventi repressivi che hanno portato al sequestro di circa 30 chili di droga e all’arresto in flagranza di reato di 8 persone, fra cui un ex addetto alla raccolta di rifiuti all’epoca in servizio presso l’azienda municipalizzata palermitana Rap (poi licenziato per giusta causa), intercettato dai militari mentre consegnava a domicilio le dosi di stupefacente durante il lavoro.
Dall’indagine è emerso che gli spacciatori avrebbero venduto fino a 100 dosi al giorno di stupefacenti, sviluppando un ‘fatturato’ annuo stimabile in almeno 1,5 milioni di euro. Due degli arrestati, peraltro, hanno proprio nelle scorse settimane ottenuto il reddito di cittadinanza per un ammontare di 800 euro mensili.
Un beneficio che, per effetto del provvedimento cautelare, verrà sospeso, così come previsto dalla normativa in vigore. I finanzieri hanno poi proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso al Corpo, dalle quali è emersa l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la capacità reddituale dichiarata, richiedendo l’applicazione di misure cautelari patrimoniali.
Con lo stesso provvedimento il gip ha quindi disposto il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 200mila euro.
Redazione – Palermo Post