«Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell’Università rumena “Dunărea de Jos” din Galați a Enna.
Quella della riforma delle Ex Province è stata una delle riforme più propagandate, ma meno efficaci. Abrogate dal governatore Crocetta subito dopo il suo insediamento e commissariate in attesa di decidere cosa farme, si sono trasformate in enti distanti dai cittadini e poco efficienti, commissariamento dopo commissariamento, fino alla gestione di quelle principali da parte dei tre sindaci metropolitani. Così al Sindaco di Palermo impegnato a risolvere l’emergenza di 1500 bare insepolte, si chiedeva anche di provvedere al ripristino del manto stradale tra Sclafani Bagni e Caltavuturo. Un impresa praticamente impossibile che ha reso complicata la risoluzione di piccoli e grandi problemi di piccole comunità di provincia abbandonate a se stesse. Si tornerà quindi al voto per l’elezione di un presidente e dei consiglieri emanazione di un territorio specifico.