Si è svolto ieri a Palermo, contemporaneamente ad altre settantuno città d’Italia, lo Sciopero Globale per il Clima organizzato da Fridays For Future, movimento ambientalista internazionale di protesta.
Esso nasce dagli scioperi che Greta Thunberg, ora attivista, comincia ad attuare ogni venerdì a Stoccolma contro il cambiamento climatico in atto. Il Fridays for Future si propone di concentrare l’attenzione sui cambiamenti climatici, chiedendo ai governi di eliminare i combustibili fossili azzerandone le emissioni entro il 2050 (per l’Italia entro il 2030).
La manifestazione svoltasi in Piazza Verdi davanti al Teatro Massimo alle ore nove, ha visto coinvolti numerosi studenti e studentesse da diverse scuole della città oltre alle varie associazioni, cooperative e ai movimenti che operano sul territorio.
Essa si è svolta come protesta fissa e non come corteo, proprio in base alle norme anti-COVID previste.
Grande entusiasmo tra i giovani che hanno avuto la possibilità di tornare a far sentire la propria voce.
“È stato un bellissimo momento- racconta Adele, studentessa universitaria-, perché finalmente dopo due anni di pandemia e di assenza politica nelle scuole gli studenti e le studentesse sono scesi nuovamente in piazza.
È stata inoltre una manifestazione carica di contenuti, in quanto rispetto agli scioperi precedenti che si concentravano di più su cosa ogni singolo individuo avrebbe potuto fare, questa volta le riflessioni vertevano maggiormente su un’analisi collettiva riguardo alle scelte dei governi e ad un sistema che dovrebbe cambiare.”
I manifestanti infatti, chiedono che vengano rispettati gli Accordi di Parigi di rimanere entro gli 1.5 gradi evitando conseguenze catastrofiche dovute al cambiamento climatico.
La Sicilia, secondo il C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) è a grave rischio di desertificazione.
Se già oltre il 25% della popolazione mondiale è a rischio a causa delle pressioni dovute al continuo cambiamento climatico, in particolare nell’isola il livello di rischio sale del 70%, ovvero più della metà della regione stessa.
Alessia Di Ranno – Palermo Post