Il solstizio d’inverno: tra mito e realtà

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A causa di particolari condizioni astronomiche, il 21 dicembre (anche se alle volte la data può variare di qualche giorno) il Sole sembra “fermarsi” sull’orizzonte, da qui il nome solstizio, dal latino solstitium, che è la combinazione della parola sol (Sole) e il verbo sistere (fermarsi). Solstizio significa dunque “Sole che si ferma”.
E proprio ieri alle 16:59 il “Sole si è fermato”, sancendo il passaggio ufficiale e astronomico dalla stagione autunnale a quella invernale.

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La scienza:
Il solstizio d’inverno collima con il giorno caratterizzato dalla notte più lunga e dal dì più corto: ci sono infatti mediamente appena nove ore di luce, tra il sorgere del Sole e il suo tramonto.
Nello specifico, però, il solstizio non è un giorno intero ma un momento preciso legato al moto di rivoluzione della Terra compiuto intorno al Sole e all’ inclinazione dell’asse di rotazione. Nel giorno del solstizio d’inverno il Sole raggiunge la sua declinazione minima nel cielo a mezzogiorno, ovvero è più basso rispetto a tutti gli altri giorni e l’arco che compie da Est a Ovest è il più breve in assoluto.
In parole semplici, nel giorno del solstizio d’inverno il Sole illumina per meno ore una parte del nostro pianeta. Sono dunque da sfatare i miti secondo cui il solstizio d’inverno corrisponda al giorno in cui il tramonto e l’alba sono anticipati, oppure in cui il Sole sia più vicino alla terra: sono solo credenze oppure eventi del tutto slegati al solstizio.

Leggende e tradizioni:
Vista la particolarità di questo fenomeno nei secoli e nelle varie culture questo giorno era circondato da un’aura di mistero ed erano numerose, tra i popoli antichi, le leggende, le tradizioni e persino le superstizioni che lo accompagnavano.
Per molti il solstizio rappresentava la nascita delle diverse divinità nel mondo e la vittoria del Sole sulle tenebre.
Le più famose celebrazioni legate a questo evento sono quelle di Stonehenge: le pietre sono allineate per godere appieno del tramonto suggestivo che segna simbolicamente non la fine ma l’inizio e lo sprigionarsi della luce. I druidi moderni, ancora oggi, in occasioni a metà tra tradizione e rievocazione, si riuniscono all’ interno del cerchio di Stonehenge per accogliere il nuovo inverno.
I romani invece festeggiavano il Sol Invictus, cioè il sole Invincibile, che riusciva a risorgere dalle tenebre. Questo periodo coincideva anche con i Saturnalia, durante i quali ci si scambiavano doni e servi e padroni invertivano i loro ruoli per ristabilire uguaglianza e parità di diritti.
Il solstizio d’ inverno assume grande valore anche in Oriente. Nell’arco della giornata Ying- simbolo di freddo e oscurità- si avvicina a Yang- luce e calore- fino a ricongiungersi ad esso.
Questi sono solo alcuni dei tanti significati che questo giorno assume in epoche e culture molto diverse tra loro, ma che vedono nel moto del Sole qualcosa di importante, da celebrare.

Alessandra Caccavo – Palermo Post

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