Caos all’aeroporto di Palermo: l’AD Riggio si dimette (effettivo a giugno) tra le proteste sindacali e le critiche di Schifani, che chiede l’azzeramento del CdA.
L’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo è al centro di una tempesta gestionale e sindacale. Le dimissioni formalizzate dall’amministratore delegato di Gesap, Vito Riggio, si intrecciano con la proclamazione di uno sciopero dei lavoratori, le dure critiche del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che chiede l’azzeramento del Consiglio di Amministrazione, e le caute valutazioni del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. Una situazione di grave instabilità che preoccupa per il futuro dello scalo, proprio alla vigilia della stagione estiva.
La Difesa di Riggio e la Protesta dei Sindacati: Clima Incandescente
Vito Riggio, intervenendo dopo le polemiche apparse sulla stampa, ha voluto precisare alcuni punti. Riguardo alle ipotetiche promozioni di personale (che secondo Schifani sarebbero oltre venti, più 46 nuove assunzioni proposte), Riggio ha sottolineato che “negli ultimi due anni non ci sono state né assunzioni né promozioni” e che la questione era stata discussa con il collegio sindacale, che aveva richiesto l’attivazione di procedure interne regolamentate. Ha aggiunto che sulla questione sarà chiesto un parere legale esterno per coerenza con la normativa vigente. Riggio ha poi confermato le sue dimissioni, formalizzate l’8 aprile, precisando però che la loro efficacia è legata all’approvazione del bilancio (entro il 30 aprile la firma del CdA, ma l’approvazione assembleare avverrà verosimilmente a metà giugno), un bilancio che definisce “il migliore di tutti i tempi, con 15 milioni di utili”.
Infine, ha ribadito di aver “continuamente sollecitato i soci ai loro adempimenti finalizzati alla privatizzazione della società nel più breve tempo possibile”. Parole che arrivano nel giorno dello sciopero proclamato dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl TA e Legea Cisal. I rappresentanti dei lavoratori denunciano “il profondo disagio vissuto da tutto il personale” e una “instabilità grave e cronica” nella gestione. Criticano il “continuo avvicendamento” di Riggio (dimessosi, rientrato e ora nuovamente dimissionario), che ha generato un “vuoto decisionale inaccettabile”. Contestano inoltre l’atteggiamento del presidente Schifani, accusato di intervenire sul destino della società e sulla privatizzazione “senza mai affrontare i veri nodi della governance” e “senza alcun confronto con le rappresentanze sindacali”, alimentando “tensioni, sospetti e disorientamento”.
Schifani all’Attacco, Lagalla Medita: Futuro Incerto per lo Scalo
Durissimo l’intervento del presidente della Regione, Renato Schifani: “Lo sciopero è solo l’ultimo segnale di una conduzione della società ormai fuori controllo. È evidente che […] impone scelte drastiche e immediate: il Consiglio di amministrazione va azzerato, senza ulteriori tentennamenti”. Schifani critica la proposta di assunzioni e promozioni avanzata prima dell’insediamento del nuovo Direttore Generale e del responsabile HR, figure che non avrebbero potuto incidere su decisioni già prese.
Ricorda inoltre la decisione del tribunale di Palermo che definisce Gesap società a controllo pubblico, imponendo l’approvazione dei soci pubblici per le spese di personale. Il governatore sottolinea come il percorso di privatizzazione a Palermo sia “ancora bloccato”, a differenza di Catania e Comiso, ma conferma l’impegno della Regione a contribuire alla crescita infrastrutturale con 14 milioni di euro dal Fondo Sviluppo e Coesione.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, socio di maggioranza, conferma la ricezione delle dimissioni di Riggio (effettive a metà giugno) e condivide le preoccupazioni di Schifani sull'”incertezza gestionale”. Annuncia valutazioni collegiali sulle “opportune iniziative da assumere” e si dice sorpreso dall’agenda sulle promozioni, precedente all’approvazione del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti, passaggio necessario per avviare la privatizzazione, che Lagalla ritiene “assolutamente opportuna”. In questo clima di scontro e incertezza, il futuro immediato di Gesap e dell’aeroporto di Palermo appare nebuloso, con nodi gestionali e strategici urgenti da sciogliere.