Oggi ho incontrato Giusy La Rosa, studentessa magistrale di Ingegneria gestionale e da anni capitano della squadra di pallanuoto femminile “Aquarius Trapani”. Con il capitano La Rosa parleremo dell’inizio del campionato di Serie B ma anche dello sport in tempo di pandemia e della pallanuoto femminile a Palermo. Giusy La Rosa, infatti, insieme con le compagne di squadra, si sono trovate nella condizione, di dover cambiare provincia pur di giocare a pallanuoto. La motivazione di questo cambio è l’assenza di una squadra femminile a Palermo.
A Palermo e nella provincia mancano da anni squadre femminili. Cosa ne pensi di questa mancanza?
È un fatto gravissimo ed è un tasto dolente, soprattutto per me e le mie compagne di squadra costrette ogni fine settimana, per almeno due giorni, a viaggiare pur di giocare a pallanuoto. Questo sport è di per sé faticoso, gli allenamenti, tra palestra e nuoto, sono impegnativi e gli spostamenti sono ulteriori sacrifici che si fanno pur di divertirci, stare insieme e fare ciò che ci piace. È una realtà triste se paragonata con quella di qualche anno fa, quando io ho iniziato a giocare, a 13 anni.
A Palermo c’erano tante squadre, come ad esempio la Gifa, impegnata nel campionato di Serie A2 e l’Athlon, in Serie A1. Era una gioia vedere giocare le atlete, anche della nazionale, e parlare con loro alla fine delle partite. Sono contenta che qualcosa si stia smuovendo con la pallanuoto maschile, quest’anno il Telimar ha raggiunto grandi risultati, ma è un peccato che un bacino così importante, come la pallanuoto femminile, qui non ci sia. A Catania, la squadra femminile, Orizzonte Catania, vince numerosi campionati ed ha un grande settore giovanile. Invece, qua permane la difficolta proprio di creare questi settori giovanili.
Non si formano squadre giovanili nella pallanuoto
Secondo te perché non si formano le giovanili? Disinteresse delle società o mancanza di giovani che si appassionano a questo sport?
Le ragazze non si interessano alla pallanuoto femminile perché non la conoscono, non la vedono, non la provano e quindi non sanno di che realtà si stia parlando; se qualcuno facesse vedere cosa è la pallanuoto femminile, qualcosa si potrebbe muovere. Manca una classe dirigente capace di sponsorizzare e promuovere questa disciplina, manca l’interesse! Questo è uno sport che, negli ultimi anni e quest’anno in modo particolare, sta soffrendo, però nessuno si è mai attivato per farla vedere. Mancano gli investimenti sia da parte delle società, già in difficoltà economiche, che da parte delle federazioni, poco interessate. Influiscono, quindi, tanti fattori che secondo me sono superabili e spero che le cose cambino. So che qualcosa si sta muovendo ma ancora non è abbastanza.
Analizzando la squadra di cui fai parte, possiamo dire che sia divisa in due sottogruppi, quello delle giocatrici palermitane e quello delle trapanesi. E solo per pochi giorni alla settimana il gruppo si allena insieme. Questo aspetto influisce sulla qualità degli allenamenti e sulla preparazione delle partite?
Sicuramente influisce…ma non è una questione di gruppo, perché il gruppo è molto unito e consolidato, è una cosa per me inaspettata perché in una squadra formata da quindici persone può succedere che alcune si piacciano ed altre no, ma noi siamo unite e crediamo molto in ciò che facciamo. Invece, allenarsi con i palloni, provare gli schemi e preparare la partite solo in due giorni, cosa che le altre squadre invece fanno per l’intera settimana, influisce sicuramente sulla qualità degli allenamenti.
La pallanuoto femminile ai tempi del Coronavirus
Com’è cambiato il mondo della pallanuoto a causa del corona virus?
È cambiato tutto l’ambiente sportivo non solo quello pallanuotista, con il covid si è bloccato lo sport ed il ricambio generazionale. Già mancava il settore giovanile ed a causa del lockdown e le varie chiusure che abbiamo avuto è normale che questo processo si sia fermato. L’anno prossimo e in quelli futuri ci saranno categorie completamente vuote.
Vi è stata molta incertezza sulla ripresa del campionato a causa del covid, poco più di un mese fa è arrivato l’annuncio ufficiale. Questa titubanza influirà sul campionato?
In parte influirà perché prima della conferma del campionato gli allenamenti erano molto diversi. L’obiettivo era solo mantenere il corpo allenato ma da un mese circa è cambiata la mentalità ed anche gli allenamenti si sono intensificati in vista delle partite.
Quali sono gli obiettivi per l’imminente campionato?
Vincere il campionato di pallanuoto femminile e poi vincere i playoff per salire in Serie A2, un sogno che inseguiamo da anni; lo era a Palermo anni fa e lo è adesso a Trapani.
Avendo già giocato i playoff, le esperienze degli scorsi anni aiuteranno questa volta a vincerli?
I playoff si possono vincere! Negli anni scorsi abbiamo vinto dei campionati e li abbiamo giocati potendo constatare che, con una preparazione più tecnica, la promozione è alla nostra portata. Abbiamo sfiorato questo traguardo più volte, ad esempio nel 2015 con la Polisportiva “Mimmo Ferrito” di Palermo, ancora ora io e le mie compagne di squadra portiamo dentro la delusione e l’amarezza di quei momenti e, nel 2019, con l’Aquarius Trapani è mancato quel qualcosa in più, essendo un gruppo nuovo che si allenava da poco insieme. Speriamo quest’anno di fare meglio.
Lorenzo Puleo – PalermoPost