Palermo fuori dagli Europei dell’Italia del Nord

Redazione
da Redazione
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Evidentemente anche noi, non siamo stati troppo chiari, ad essere esclusa dalla presentazione delle città che ospiteranno gli europei dell’Italia del nord nel 2032, è stata la città di Palermo, non lo stadio Renzo Barbera. Lo stadio in 9 anni con una seria progettualità sarebbe potuto ridiventare il gioiellino che era. Considerando anche il fatto che la proprietà del Palermo è una delle più blasonate e solide dell’intero pianeta ed ha già fatto sapere, in tempi non sospetti, che uno degli obiettivi sarà lo stadio di proprietà al Barbera o altrove.

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Quindi togliamo dal ragionamento il Barbera, il suo attuale stato, e il Palermo FC, che in questa vicenda sono soltanto comparse. Usate dai goffi politici locali per distrarre dalle loro responsabilità. Poniamo i riflettori dove vanno realmente posti. Quindi nella direzione dei politici locali e nazionali. Di chi governa il paese e di chi amministra i territori. La scelta di una Città per ospitare un grande evento non si è presa esclusivamente all’interno del management della FIGC. Per altro ampiamente delegittimato dagli insuccessi della nazionale e da una Lega A, vera rappresentazione del movimento calcistico italiano, che agisce per i fatti propri, come se la federazione non esistesse.

Gli Europei dell’Italia del Nord

La decisione è stata quantomeno concordata con la politica, con Abodi e con il governo nazionale. Così potremmo definire la candidatura dell’Italia del Nord una candidatura equilibrata, in grado di promuovere tutte le principali regioni padane. Un contentino al sud (Napoli e Bari), l’inevitabile presenza della Capitale e la presenza dell’isola dove vanno a svernare i padani. Questa è la geografia della candidatura italiana. L’esclusione di quasi tutto il meridione ed in particolare della quarta regione italiana non è definibile in altro modo, che come una grande Vergogna. Per quello che la Sicilia ha rappresentato storicamente per questa nazione e per la sua storia millenaria, di culla culturale e baricentro del mediterraneo.

Un ragionamento che non assolve, bensì condanna, i nostri politici locali. Una condanna bipartisan a chi ha sempre pensato di ottenere qualche vantaggio per grazia ricevuta. Ecco adesso che si è manifestato palesemente il ruolo di vituperata colonia del nord, la genuflessione dei nostri politici dinnanzi all’autonomia differenziata e all’atteggiamento predatorio dei loro capi di partito ci appare insopportabile. Le vicende di calcio non sono mai state avulse da quelle sociali, sarebbe bello che da questo schiaffo in faccia arrivasse il moto d’orgoglio  di un meridione che non si piega. Poi guardiamo i nostri politici e capiamo che il riscatto può essere solo sportivo. Stringiamoci attorno ai colori Rosa Nero e pretendiamo la Luna dalla nostra proprietà, perché Palermo e i Palermitani se la meritano.

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