In Sicilia i contagi sembrano ormai incontrollati, oggi oltre 1700 nuovi positivi e 6 vittime, oltre 500 i ricoveri. Mentre il tasso di positività balza all’8%. Sono quelli che l’assessore Razza chiama gli effetti del ferragosto. In realtà le cause di questo disastro sono da attribuire a tutti i livelli a cominciare da chi non ha fatto di più per non fare degenerare la situazione. Del resto la Sardegna fino a qualche settimana fa era nelle stesse identiche condizioni della Sicilia, oggi invece registra 313 casi in costante decremento. Quindi si poteva fare di più su ogni fronte.
Sono 55 i Comuni siciliani con restrizioni e con una bassa percentuale di vaccinati, inferiore al 60 per cento del totale della popolazione vaccinale. E, come se non bastasse, hanno una incidenza di contagi nei sette giorni (13-19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti.
Per questi centri si è resa necessaria e urgente l’emanazione di una ordinanza del presidente della Regione Siciliana che prevede un tavolo permanente tra Asp e sindaci per raggiungere i target di immunizzati, l’utilizzo di mascherine all’aperto nei contesti di presenza di molti cittadini (quali ad esempio le strade) e che ribadisce il divieto di assembramento in pubblico e le misure di contenimento per gli eventi privati (tampone nelle 48h antecedenti). Per i Comuni di Barrafranca e Niscemi, inoltre, su proposta delle Asp competenti, è stata disposta la più gravosa misura della “zona arancione” (secondo quanto previsto dalle disposizioni nazionali) alla luce del numero preoccupante dei contagi.
55 i Comuni siciliani con restrizioni
«Avevo annunciato un provvedimento regionale che cercasse di mantenere il giusto equilibrio tra gli obiettivi di tutela della salute pubblica e il diritto delle attività economiche a operare in sicurezza. Con questa ordinanza mettiamo in campo uno strumento in più con uomini e mezzi a disposizione di un numero importante di Comuni, coinvolgendo i sindaci anche nel loro ruolo di autorità sanitarie locali», dichiara il governatore Nello Musumeci.
«Si tratta – aggiunge il presidente della Regione – di misure sofferte ma ragionate, che affidano ancora una volta alla indispensabile collaborazione dei livelli istituzionali territoriali e degli operatori sanitari il compito di proteggere la nostra popolazione. Abbiamo avuto in queste giornate i necessari colloqui tecnici con le diverse autorità che operano nel contenimento dell’epidemia e sono convinto che non desti alcuna sorpresa una decisione regionale che si pone nel solco dell’atteggiamento tenuto dal governo siciliano in tutti questi mesi».
«Si tratta – aggiunge il presidente della Regione – di misure sofferte ma ragionate, che affidano ancora una volta alla indispensabile collaborazione dei livelli istituzionali territoriali e degli operatori sanitari il compito di proteggere la nostra popolazione. Abbiamo avuto in queste giornate i necessari colloqui tecnici con le diverse autorità che operano nel contenimento dell’epidemia e sono convinto che non desti alcuna sorpresa una decisione regionale che si pone nel solco dell’atteggiamento tenuto dal governo siciliano in tutti questi mesi».
«La stagione turistica in Sicilia – prosegue Musumeci – ha registrato numeri record ed è abbastanza naturale che si registri anche per questa promiscuità l’aumento di casi, come abbiamo costantemente potuto osservare in questi giorni, assieme ad un certo calo di tensione che è stato palpabile in molte zone dell’Isola. Tuttavia, immagino che nessun siciliano voglia correre il rischio di ulteriori appesantimenti o, peggio, di un nuovo lockdown: la nostra economia non lo vuole e non se lo può permettere. Il mio appello, dunque, è sempre lo stesso: vaccinarsi è un dovere civico, per questo siamo accanto ai Comuni e a tutte le nostre comunità. Questo modello, che inizia con i 55 Comuni, potrà essere adottato anche in altri casi. Oltre tre milioni di siciliani hanno fatto il vaccino. Ma non basta. Quanto sarebbe ingiusto far pagare a tutti il duro prezzo di chi non vuole vaccinarsi! Per noi – conclude il governatore – non è solo una priorità sanitaria, perché – come dice il presidente di Confindustria – tutelare la salute significa tutelare il lavoro».
«Le misure previste dall’ordinanza del presidente della Regione – dichiara l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza – sono una grande opportunità per i Comuni individuati perché consentiranno, nel rapporto di leale collaborazione con i sindaci, di moltiplicare gli sforzi per la vaccinazione. È un modello che può essere rafforzato anche in altri centri con una minore percentuale di contagio, ma con un numero di cittadini immuni non ancora adeguato ai target nazionali».
Questi sono i 55 Comuni siciliani con restrizioni, interessati dal provvedimento, raggruppati per territorio:
nell’Agrigentino: Licata, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa;
nel Nisseno: Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi (zona arancione), Riesi;
nel Catanese: Aci Castello, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Grammichele, Gravina di Catania, Mascalucia, Mazzarrone, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Valverde, Viagrande;
nell’Ennese: Barrafranca (zona arancione), Piazza Armerina, Pietraperzia;
nel Messinese: Pace del Mela, Rodì Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Villafranca Tirrena;
nel Palermitano: Capaci, Cinisi, Terrasini;
nel Ragusano: Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Vittoria;
nel Siracusano: Augusta, Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo Gargallo, Rosolini, Solarino;
nel Trapanese: Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Custonaci, Pantelleria.
nell’Agrigentino: Licata, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa;
nel Nisseno: Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi (zona arancione), Riesi;
nel Catanese: Aci Castello, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Grammichele, Gravina di Catania, Mascalucia, Mazzarrone, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Valverde, Viagrande;
nell’Ennese: Barrafranca (zona arancione), Piazza Armerina, Pietraperzia;
nel Messinese: Pace del Mela, Rodì Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Villafranca Tirrena;
nel Palermitano: Capaci, Cinisi, Terrasini;
nel Ragusano: Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Vittoria;
nel Siracusano: Augusta, Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo Gargallo, Rosolini, Solarino;
nel Trapanese: Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Custonaci, Pantelleria.
Roberta D’Asta – PalermoPost