Palermo e le ambizioni in Serie B: attacco in crisi e salvezza a portata di mano
Palermo – In un campionato di Serie B competitivo e imprevedibile, il Palermo si trova ad affrontare un inizio di stagione segnato da prestazioni altalenanti e una questione irrisolta in fase offensiva. I due attaccanti preferiti dal tecnico Dionisi stanno vivendo un momento difficile: si impegnano, ma semplicemente non riescono a segnare. Anche l’attaccante che ha messo a segno 63 gol nelle ultime tre stagioni, autore di una rete su rigore quest’anno, sembra aver perso il feeling con l’allenatore e l’intero ambiente, desideroso soltanto di essere ceduto quanto prima. Si segna pochissimo e quindi non si vince, l’analisi della partita di ieri, ma anche di quella precedente si può chiudere così.
Il deludente 1-1 di ieri è emblematico dell’intero breve percorso del City Football Group: il Palermo ha mostrato sprazzi di buon gioco, ma resta il rammarico per non aver fatto abbastanza per portare a casa i tre punti, lo stesso rammarico che accompagna due anni e mezzo che possiamo tranquillamente definire fallimentari. Ma guai a dirlo a Ferran Soriano, il manager catalano a cui lo sceicco Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān ha affidato la gestione dell’intero gruppo. Per il manager catalano, ex Barcellona ed ex Spanair, l’obiettivo di tutte le squadre del gruppo è la salvezza, ma per i tifosi, trattati dal CEO del gruppo alla stregua di primitivi con l’anello al naso, è meglio parlare di consolidamento della categoria a Palermo o di stabilità a Bahia. A riportarlo è il portale brasiliano ge.globo, a cui il CEO del City Football Group ha concesso un’intervista per giustificare il suo ennesimo fallimento sportivo, quello in Brasile. Fallimento, la brutta parola che dalle parti del City Football Group nessuno vuole sentire, e in realtà hanno ragione. Perché non è stata chiesta a 12 squadre di 12 paesi differenti la stabilità, ma soltanto a 11, l’altra, la principale, porta in giro le coppe e grazie a questo modello sta risolvendo i suoi problemi con la giustizia sportiva inglese e può permettersi Savinho senza sborsare denaro.
Satelliti che guai a crescere, pena lo smantellamento completo della squadra (vedi Girona), utili solo a scaricare le spese eccessive del Manchester City facendo operazioni come quella di Savinho, messo in bilancio al Troyes, o quella che si stava tentando con Valentin Gomez al Palermo, fermata solo dai suoi guai fisici. Insomma, grazie al fatto che Mirri ci ha svenduti (13 milioni per un brand come il nostro sono noccioline) al City Football Group, oggi le nostre ambizioni tornano ad essere quelle di quando eravamo di proprietà di Ferrara e Polizzi, ma almeno allora chi ci possedeva soffriva ogni domenica insieme a noi.
E non tema Dionisi. La sua panchina è ben salda, purché continui a fare un calcio affetto dal guardiolismo, che il buon Ferran Soriano non licenzia né il lunedì, né prima dell’imminente scadenza del suo triennale.