In fila in via Anwar Sadat fuori dalla fiera del mediterraneo, hub scelto dalla Regione Sicilia per inoculare i vaccini, anche alle categorie di cittadini maggiormente vulnerabili, Tra loro ci sono malati oncologici, persone con gravi patologie genetiche, con scompensi cardiaci, ecc.
Malgrado l’imminente arrivo della primavera, oggi a Palermo piove e fa freddo. É insopportabile vedere in fila sotto la pioggia battente e il freddo i soggetti più fragili della città. Una fotografia che é l’emblema di un fallimento intollerabile ed ingiustificabile.
Malgrado i proclami del commissario, del sindaco e del presidente della regione, non c’é ombra di protezione civile, di punto di ricovero, insomma di macchina organizzativa. In un paese appena normale la fila dei soggetti vulnerabili non sarebbe state tollerata.
È triste quella fila sotto la pioggia battente, l’immagine di una Palermo in stato di abbandono, l’emblema di un sistema gestito con incapacità e strafottenza. Il segno che malgrado i proclami restiamo ancora troppo distanti dalla dimensione europea alle quale la classe politica cittadina ambisce.
Aveva ragione il professor Crisanti ad affermare che per organizzare la più grande vaccinazione di massa della storia, non servivano militari. Non servono medici sindacalisti, non servono politici. Ma esperti di logistica. Donne e uomini in grado di organizzare nel tempo e nello spazio il movimento.
Forse sarebbe troppo pretendere che l’organizzazione pubblica funzioni con la precisione logistica di Amazon, ma pretendere di non vedere mai più quella fila mi il minimo per raggiungere lo standard minimo. Come sarebbe bastato dare riparo alle donne e agli uomini in fila per rimanere nell’alveo della decenza.
Simone Di Trapani – PalermoPost