Vincendo a Pisa si sarebbe acceso un barlume di speranza per una stagione che tra alti e bassi ci vede come la peggiore delle neo promosse. Mentre la dirigenza siciliana del Palermo e questo allenatore senza ambizioni continuano a parlare di salvezza, perché siamo una neopromossa, le altre neo promosse, con società molto meno solide del City Football Group si giocano spavaldamente la possibilità del doppio salto dalla lega pro. Eppure oggi stentavamo a crederci, ma l’undici titolare, complici anche infortuni e squalifiche, raccontava di un Palermo che andava a Pisa per giocarsela a viso aperto.
Per la prima volta in stagione Corini si metteva in campo con un vero 3-5-2, con due attaccanti di ruolo ed un centrocampo di qualità, propositivo e dinamico. Il risultato è stato un primo tempo spumeggiante, con la compagine rosanero letteralmente padrona del campo e del gioco. Verticalizzazioni, tiri da fuori area e l’idea di andare a vincere per potere dire la nostra in questo campionato. Perché questi calciatori non sono inferiori a nessuno, né per tecnica, né per agonismo. Purtroppo il brutto momento che attraversa Brunori, al quarto rigore sbagliato su otto (sarebbe il caso di non tirarli più), e il suo insopportabile egoismo ci impediscono di andare a riposo con due tre gol di vantaggio. La prima frazione di gioco si chiude sull’uno a zero grazie ad un delizioso scavetto di Di Mariano su uno splendido assist di Verre, ispiratissimo e di altra categoria.
Si rientra in campo e la musica non cambia, il Palermo non soffre un Pisa che prova a giocare la palla, ma anzi cerca di pungere in contropiede. Nel primo quarto d’ora, Brunori le sbaglia tutte. Così ecco che viene fuori la mediocrità mentale di Eugenio Corini, un allenatore che non ha mai rappresentato niente di interessante nel panorama calcistico italiano e che anche quest’anno non si farà ricordare. Cancella lo straordinario centrocampo iniziale facendo uscire Damiani (migliore in campo) e Di Mariano (autore del gol), insieme a Brunori che deve uscire, ma non per Tutino. Con i tre nuovi ingressi la squadra arretra di venti metri ed il Pisa comincia a crederci. Ma il capolavoro non è finito, al ’77 toglie anche l’incredulo Saric, l’ultimo in grado di giocare la palla.
Il Pisa quasi non crede al regalo confezionato dal tecnico rosanero, comincia a salire e trova con un eurogol di Sibilli il pareggio. Manca qualche punto alla salvezza, Corini, il 20% di società italiana e quelli che hanno sostituito la statuetta di Santa Rosalia con quella di Mirri saranno finalmente contenti di rimanere un altro anno in serie B avendo espresso uno dei peggiori spettacoli del campionato, pur avendo interpreti di tutto rispetto.
Io sono tra quelli che pensano che il coraggio fa fa le imprese e i grandi uomini.