La logica esclusione del Barbera. Ma che sfregio a Palermo

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
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L’esclusione dello stato Renzo Barbera ci sta tutta. Lo stadio, lo abbiamo denunciato più volte, versa in uno stato pessimo, come il resto delle infrastrutture sportive della Città. Con il comune impegnato a litigare con gli organizzatori del concerto di Vasco Rossi ed il Palermo FC che ha pensato bene di investire sul proprio centro sportivo, anziché su una proprietà che ha soltanto in gestione. Qualcosa che chiaramente ha una logica imprenditoriale più che comprensibile.

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Che il Barbera sia ai limiti della decenza era stato denunciato già lo scorso anno dopo il Playoff tra Italia e Macedonia del Nord e chi poteva intervenire non l’ha fatto, neanche ridare decenza ai Bagni o sistemare i seggiolini. Tutto quindi nella logica delle cose, ci sta che il governo del calcio italiano abbia bocciato Palermo come sede adatta ad ospitare l’eventuale kermesse europea, consci del fatto che se la Uefa utilizzerà la stessa logica della Figc, anche l’Italia dovrà abdicare a favore di una Turchia ricca di impianti calcistici di qualità decisamente superiore rispetto a quelli italiani.

Lo sfregio però, non è stato fatto al Barbera o al Palermo, bensì alla quinta Città italiana, con un bacino d’utenza doppio rispetto a Verona o Bologna, un aeroporto internazionale in crescita costante, un patrimonio UNESCO da offrire e tutto quello che la Sicilia significa per l’intero paese. Una bocciatura che diventa la cifra del peso politico di tutta la regione siciliana, delle sue amministrazioni, del suo governo e di quel ministro del mezzogiorno, che dopo aver dimenticato l’occidente siciliano durante il suo governo regionale, non si sarà sperticato più di tanto per perorare la causa palermitana.

Dopo questo ennesimo fallimento della politica locale, per salvarsi la faccia il minimo sarebbe consegnare la chiavi del Renzo Barbera al City Football Group. Oppure, se vi sembra di regalare qualcosa di vostro, fate pure un referendum che siano i palermitani a scegliere se è più opportuno regalare il Barbera alla proprietà Rosanero per rifarlo più bello di prima o se preferiscono lasciarlo nelle mani di un comune che in 30 anni non è stato capace neanche di predisporre una mano di vernice.

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