Sono passate due settimane dal voto per il rinnovo dell’assemblea regionale siciliana ed ancora non si conoscono i dati ufficiali e i nomi degli eletti all’assemblea, esiste democrazia più lenta al mondo? Nel frattempo da più di dieci giorni sul sito del dipartimento autonomie locali della regione Sicilia fa capolino il seguente comunicato:
A causa di dati incompleti e/o errati trasmessi da alcuni Comuni, l’Ufficio elettorale della Regione non può ancora procedere alla comunicazione definitiva della ripartizione dei seggi in tutta la Sicilia. In particolare, mancano ancora all’appello 48 sezioni (sulle 5.298 complessive) nelle seguenti province:
- Agrigento (2, nel capoluogo)
- Caltanissetta (2 a Villalba)
- Siracusa (43 tra il capoluogo e Lentini)
- Trapani (1 a Misiliscemi)
Una situazione che impedisce al nuovo parlamento siciliano di insediarsi e al Presidente di essere proclamato. Ad uscire mortificata è la democrazia stessa, che nell’era delle pec, dell’identità digitale e della connessione perenne, ancora viene esercitata con carta e matita, affidata ad occhi e mani umane che, in buona o cattiva fede, hanno sempre sbagliato.
Un sistema pieno di falle, che alle elezioni comunali di qualche mese ha portato a casi di candidati che non hanno ritrovato il proprio voto nella sezione in cui votavano. Situazione che si ripete ad ogni elezione e viene prontamente ignorata.
Democrazia Siciliana. Chi ha vinto e chi ha perso?
A guardarci da vicino l’esercizio della pratica democratica in Sicilia ha standard da paese del terzo mondo, e forse anche peggio. Ma non è da meno lo spettacolo offerto coloro che si candidato a rappresentare il popolo siciliano. Nelle ultime due settimane, fino a ieri con la direzione del PD, abbiamo assistito alla parata dei vincitori. Già pare proprio che non abbiano vinto Schifani e il Centrodestra, in Sicilia hanno vinto tutti.
Ha vinto il centrodestra che effettivamente governerà l’isola per altri cinque anni, ha vinto De Luca che si sente vincitore morale derubato del diritto divino a governare, ha vinto il Partito Democratico che dicono sia andato meglio di cinque anni fa, ha vinto il Movimento 5 Stelle perché doveva morire, ma è ancora vivo.
Insomma, a due settimane dal voto chi ha vinto e chi ha perso? Pare esserci una sola certezza, a perdere, ancora una volta, è stato il popolo siciliano, che dopo 14 giorni non conosce ufficialmente da chi sarà rappresentato e vive la crisi peggiore da quarant’anni a questa parte con la rassegnazione di chi sa che oggi più che mai uno vale l’altro.