Franco ha ciquantatre anni, tre figli e una moglie che ama alla follia.
Vive in una piccola cittadina del Piemonte ed ha un lavoro per cui ha dato tutta la sua vita e di cui ne è entusiasta. Vent’anni a girare l’Italia e a farsi anche qualche bel viaggetto all’estero.
Quando torna a casa, alla fine di ogni viaggio, porta i regali alla sua famiglia. I figli, ogni volta, non vedono l’ora che parta solo per la gioia di scoprire, al suo ritorno, quale pacco dovranno scartare.
Franco è una persona buona, di cuore.
E’ gioioso e sorride sempre. Non vede l’ora di tornare a casa, sedersi a tavola e mangiare con la sua famiglia per raccontarsi, tra le risate, i nuovi aneddoti del giorno.
Franco ama il suo lavoro e tutte le soddisfazioni che questo gli porta.
Ama vedere le partite di calcio con suo figlio e riempire di baci le sue figlie.
Franco non si è mai sentito un fallito.
Un giorno, però, a lavoro, qualcuno entra a far parte della sua azienda occupando il nuovo posto da capo dirigente.
All’inizio si presenta come brava persona, vestita con gli abiti giusti ( e diciamocelo, a volte, gli abiti non fanno il monaco).
Da un giorno all’altro Franco diventa sempre più nervoso. Non ha fame, rimane chiuso nella sua camera da letto a lavorare fino a tardi. Non ha molta voglia di guardare le partite che trasmettono in tv ed è meno affettuoso.
E’ sempre stanco, rabbioso e silenzioso. A volte nasconde anche qualche lacrima.
Viene insultato, minacciato. Gli viene anche detto che non sembra essere un buon padre.
Perché: “che direbbero i tuoi figli di te? Sei un fallito”. E forse un po’, dentro, in silenzio, ci si sente davvero.
Franco è sempre stato stimato per la sua bravura, è sempre stato acclamato per le sue doti. Ma, oggi, per qualcuno non è abbastanza. Di punto in bianco si è trasformato in una persona senza valori ed è diventato anche bugiardo perché: “E’ evidente che hai mentito, le tue capacità sono limitate”.
Franco non vorrebbe mollare.
Deve resistere.
Franco ha dato le dimissioni.
A distanza di qualche anno non è ancora pienamente convinto di averne tratto un insegnamento. Pensa solo che, a volte, il male che subisci non nasconde nessun valido motivo. Lui rimane buono come il pane e cerca sempre il bene. Ma pensa che il mondo sia sempre più affollato da persone cattive e piene di odio pronte a tutto pur di guardarti cadere. E magari nel mentre si assaporano anche, tra risa di scherno, qualche pop corn.
Per tutti i/le “Franco” vittime di Mobbing.
Francesca Arichetta
Meraviglioso articolo. Un tema di una complessità e verità dal sapore tanto amaro. Quanto si fa davvero per affrontare il problema?