L’inizio della fine della sinistra italiana non comincia con un muro che crolla, quello per chi ha nel DNA il concetto di libertà non poteva che rappresentare l’ingresso nella modernità e l’abbraccio definitivo con la democrazia. L’inizio della fine della sinistra italiana comincia 4 anni dopo con un lancio di monetine fuori dall’Hotel Rafäel a Roma. Centinaia di forcaioli contro un uomo solo, la maggior parte dei quali militanti del pds, di rifondazione comunista e del movimento sociale italiano, estremisti di destra e sinistra insieme? Semplicemente italiani, che dopo aver bevuto alla coppa del maligno lo rinnegano e lo appendono a testa in giù.
Da quell’idea forcaiola e malsana, che ti porta a percepirti come più di chiunque e di qualsiasi cosa, nasce la moderna sinistra italiana. Il superamento di quella storica era ed è inevitabile. Se i prodromi della sinistra storica furono le rivendicazioni socio economiche di operai e contadini (categoria scomparse da almeno un ventennio), linfa vitale per quasi un secolo. I segni iniziali di quella moderna sono una forca e un piedistallo da salotto. Livore e senso di superiorità cosa avrebbero mai potuto partorire se non un’orgia di mediocrità inconsapevole di se stessa?
Così a poco meno di 30 anni dall’Hotel Rafäel per la sinistra italiana Cristo si è fermato a Partinico. Da quella cartina al tornasole, periferia della periferia nel meridione più meridione del paese, tutta la tristezza di una vana e inutile proposta autoreferenziale, esercitata solo per potersi dire esistiamo ancora e fare passerelle su palchi troppo grandi per piazze troppo vuote, urlando il verbo che si specchia e li esalta.
Democratici, Progressisti, Comunisti e pure Pentastellati, tutti insieme, uniti contro le destre divise e litigiose. Sembrerebbe l’inizio di una narrazione vincente, invece è la fine dopo l’ennesima cocente sconfitta. Scelti da meno di 2 elettori su 10, ignorati da un cittadino su due che non si è recato alle urne. E così tirano a campare, giorno dopo giorno, che meno siamo e più spazio abbiamo nel retrobottega nel quale ci siamo chiusi. Barricati nel fortino con lo sguardo e le idee rivolte ad un passato che non esiste e i piedi in marcia verso un baratro ancora più misero e ancora profondo. E il dramma diventa farsa quando capiamo che possiamo vivere benissimo facendone a meno.