È crisi nel PD dopo la direzione regionale di ieri sera, Barbagallo taglia teste e conferma il sostegno alla Chinnici.
“La direzione del Pd ribadisce il sostegno e la piena fiducia a Caterina Chinnici, candidata alla Presidenza della Regione per la coalizione progressista. La scelta, approvata con le primarie e sostenuta da tutto il partito democratico non è minimamente scalfita dal comportamento di forze politiche che invece di supportare un percorso di grande cambiamento hanno deciso di tradire il voto di migliaia di siciliani. Cara Caterina il popolo del Partito Democratico ti chiede di continuare insieme per la Sicilia”. Comincia così la nota diramata dal segretario Barbagallo a margine di una direzione regionale rinviata giorno dopo giorno nella quale si è esasperato uno scontro interno che covava ormai da tempo.
In realtà la scelta del Movimento 5 Stelle siciliano non deve sorprendere più di tanto. Si va ad installare in un momento politico nel quale a livello nazionale la distanza tra i due partiti è siderale. Del resto se è vero che Conte è entrato a gamba tesa nel dibattito della coalizione siciliana è anche vero che Letta nei giorni scorsi ha fatto di tutto per ribadire il “mai più con il movimento 5 stelle”. La Sicilia era un’anomalia, dettata dalla fretta di svolgere le primarie tra soggetti politici che hanno davvero poco in comune, legati solo dalla prospettiva di potere essere competitivi insieme. C’era da aspettarselo, quindi per questo ci appare davvero assurdo che il PD siciliano non abbia previsto un’alternativa alla strana coalizione. Così mentre a Roma si provava a costruire una coalizione con un baricentro moderato, tentativo naufragato anche quello, in Sicilia si camminava a braccetto con il populismo. Se a questo si aggiungono le fibrillazioni causate dalle scelte sulle liste per il rinnovo del parlamento, a cui si sommano la linea giustizialista della candidata siciliana e il malumore nei territori, allora evitare il patatrac sarebbe stata una vera e propria magia.
Così all’indomani della Scelta di Conte ecco che arrivano le prime durissime reazioni. C’è chi non accetta che il tutto venga liquidato come responsabilità del movimento 5 stelle e mette il segretario regionale del partito di fronte alle proprie responsabilità chiedendone le dimissioni. Antonio Rubino non usa mezzi termini nel suo intervento in direzione regionale e questo provoca l’ira di Barbagallo pronto a revocargli l’incarico di coordinatore della segreteria.
“Siamo in una fase delicatissima e credo che non sia il tempo di ulteriori polemiche, ma far si che il partito siciliano, umiliato e ferito da Barbagallo, riscopra l’orgoglio della battaglia politica contro le destre” Scrive l’ex coordinatore della segreteria regionale sulla propria pagina facebook, “La permanenza dell’attuale segretario alla guida del pd siciliano rischia di creare una balcanizzazione costante che va assolutamente scongiurata: deve farsi da parte”.
Nel frattempo a gongolare della crisi del PD è Micciché che presentando la squadra che si appresta ad entrare nelle istituzioni, di fronte alle difficoltà del centrosinistra, sorridendo afferma davanti ai cronisti: “bene per noi sarà ancora più facile vincere”.